A Todi: Abel Herrero. M’è verde il naufragare in questo mare

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Abel Herrero

Sala delle pietre | Palazzo del popolo

TODI (PG)

23 dicembre – 9 febbraio 2018

Inaugurazione: sabato 23 dicembre,ore 18.00

L’Associazione Todi per l’Arte e il Comune di Todi Assessorato alla Cultura presentano, presso la Sala delle Pietre, la personale dell’artista Abel Herrero, originario di Cuba e attivo in Italia dal 1994.

La mostra è composta da un’opera unica appositamente pensata per lo spazio che la ospita e sarà accompagnata da uno scritto di Andrea Cortellessa, saggista e storico della letteratura che estende la sua indagine nelle diverse discipline artistiche.

La Sala delle Pietre è un corpo massiccio all’interno del Palazzo del Popolo, edificio medioevale che domina la piazza principale dell’abitato umbro. Recentemente ristrutturata e adibita a spazio espositivo, vede in questa occasione la sua terza proposta artistica di rilievo promossa dall’Associazione Todi per l’Arte.

La ricerca di Herrero sul paesaggio ha inizio una decina di anni fa quando trasferisce il suo studio in territorio senese, Toscana. Contesto nel quale si interessa allo sviluppo del concetto di paesaggio e quindi di osservatore. Nel Palazzo Pubblico di Siena si trova infatti quella che viene considerata una delle prime rappresentazioni di paesaggio nell’arte occidentale: l’allegoria del Buono e del Cattivo Governo
Un primo esito del percorso dell’artista su questa tematica è la grande mostra Osservatorio a La Habana (2009) dedicata a Galileo Galilei nel centenario della costruzione del telescopio galileiano, dove un ciclo di dipinti e installazioni analizzavano il concetto di osservazione. Alcuni anni dopo nella mostra Invasi, Reggio Emilia (2013), questi argomenti vengono nuovamente affrontati attraverso una serie di grandi tele, raffiguranti un ciclo di paesaggi che indagano il concetto di limite e oltrepassamento.

In questa circostanza Herrero ci immerge nuovamente nel paesaggio con un’opera di forte impatto, appartenente a un ciclo pittorico di recente produzione. Un’esperienza anticipata già nel titolo della mostra con la manipolazione di un componimento poetico fortemente radicato nella cultura italiana.

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