Arthur Huang, il futuro in un mattone ecologico

Arthur Huang è un architetto e il Tetrapod è, il mattone ecologico che ha creato. E’ modulare, facile da montare e da produrre. Huang, coreano e laureato a Harvard, lo sta portando in Italia. Il suo mattone rappresenta un’intera filosofia per l’architettura moderna.

“Mi chiamo Arthur Huang, questo mattone Tetrapod può essere composto al 100% di materiale riciclato. E’ pensato per filtrare e strutturare lo spazio. Vogliamo usare questo materiale a basso impatto per costruire qualunque tipo di museo o spazio espositivo. Può anche sostituire pezzi di muro per esempio in un palazzo antico in Italia per portare nelle case acqua, climatizzazione o qualunque tipo di connessione elettronica.”

Il mattone ecologico di Huang adesso arreda i grandi spazi espositivi di IQOS, il nuovo prodotto di Philip Morris che scalda il tabacco evitando la combustione, qui a Roma, come a Modena e a Torino, e presto in altre città tanto che si potrebbe far arrivare in Italia la macchina per produrre il Tetrapod.

“Da cinquant’anni il nostro obbiettivo è riciclare i rifiuti e usarli per altri scopi. Molti si chiedono perché lavoriamo con le grandi imprese per creare nuovi materiali. Però sono le grandi imprese a creare molti rifiuti. Sono loro a dover trovare le soluzioni. E lavorare con le grandi imprese ci permette di raggiungere il grande pubblico”.

Ma Huang pensa anche più in grande: questo mattone potrebbe essere usato per costruire in ogni situazione di emergenza, terremoti, catastrofi, campi profughi. Si monta e si smonta in un click. La parte grigia che filtra anche l’aria, è fatta di bottiglie o di fibre tessili, infatti i nostri vestiti sono una delle maggiori fonti di rifiuti al mondo. Gli snodi neri smontabili con una apposita brucola, sono di polipropilene, lo stesso materiale dei tappi delle bottiglie. E più la struttura cresce più diventa robusta.

“Per la prima volta abbiamo un mattone Tetrapod modulare, resistente, che permette con l’aiuto dei laser computer di formare strutture tridimensionali, come le celle di un alveare, come una molecola. Infatti si parla in architettura di biomimetica, l’imitazione dei modelli della natura per risolvere complessi problemi umani. Diamo a una nuova generazione di architetti la possibilità di immaginare nuove forme usando questo sistema”.

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