Birra DieciNove: il sogno etico di quattro giovani “briganti”

birra diecinove

di  Benedetta Tintillini

 

DieciNove era il soprannome di Domenico Regno, un brigante vissuto due secoli fa a Carpineto Romano, la cui storia (che si confonde e si sovrappone alla leggenda) narra fosse un pastore costretto dai potenti del tempo a spostarsi dalla sua terra natale e dedicarsi al brigantaggio per l’impossibilità di esercitare il suo lavoro.

Da lui prende il nome la birra DieciNove: la “creatura” che quattro ragazzi laziali producono a Spello da meno di un anno. Anche loro, come il brigante, costretti a spostarsi da Bassiano, loro paese natale in provincia di Latina, per inseguire e veder realizzato il proprio sogno. DieciNove è quindi la sintesi dell’amore e l’attaccamento alle proprie radici unita al ramarico per l’impossibilità di realizzare il proprio progetto nella terra natale.

Ma la proverbiale accoglienza umbra anche stavolta non ha deluso le aspettative, e quello che sembrava arduo da concretizzare è nato e si è sviluppato: il microbirrificio etico è il loro sogno realizzato, la birra DieciNove il veicolo per trasmettere il loro messaggio.

Perché “microbirrificio”? L’entusiasmo di Emanuele, Luca, Cesare e Matteo è contenuto in pochi metri quadrati tra birrificio e sala degustazione, e la produzione è di circa 300 ettolitri di birra l’anno.

Perché “etica”? Perché sia l’attività del birrificio, sia le aziende fornitrici di servizi devono essere etiche, ovvero aziende che reinvestono in lavoro ed occupazione i loro utili e forniscono opportunità di inserimento nel mondo del lavoro creando una rete ed innescando un ciclo virtuoso.

Già da quanto premesso è chiaro che non  sto parlando della solita birra… seguendo un progetto per la riscoperta di frutti autoctoni dimenticati, le birre prodotte attualmente sono due: una aromatizzata alla carruba, scura e profumata, da abbinare a pietanze grasse e dal gusto deciso, ed una ai fichi italiani e miele millefiori umbro, una birra ambrata dalla facile beva sia durante che fuori pasto.

Alle due “storiche” si affiancherà a brevissimo una nuova nata: la birra ai fiori di sambuco. Una birra speciale sotto molti punti di vista. Si chiamerà “Etica” ed è dedicata ai 15 anni della cooperativa Utopia 2000, che ha sostenuto e guidato il lavoro ed il progetto della birra DieciNove.

Un birra etica che fa capo ad una vera e propria filiera etica. Una filiera che, come un contenitore, includerà prodotti, arte, cibo, turismo, spettacolo e tutte le aziende che, ognuna nel suo ambito, vorranno farne parte, tutte, però, accomunate da un profilo, appunto, etico.

Una birra ai fiori, prodotta a Spello, non può essere che la birra ufficiale delle Infiorate di Spello!!! La birra ai fiori di sambuco (che ho avuto l’onore di assaggiare pressoché in esclusiva, e che posso dire essere squisita… va giù che è un piacere!) avrà un posto d’onore in occasione delle prossime Infiorate che si svolgeranno la notte tra il 6 ed il 7 Giugno. Floreale e fresca, una birra chiara ottima per le notti estive e che porterà in giro per l’Italia il concetto di eticità e collaborazione affiancato alla fama delle Infiorate e alla tradizione dell’accoglienza di Spello e l’Umbria in genere.

Un messaggio di positività ed entusiasmo che, attraverso la birra, i quattro “briganti” vogliono diffondere il più possibile, dimostrando con l’esempio che c’è ancora tanto di buono nelle persone.

Quattro giovanissimi (il più “vecchio” ha 26 anni) sognatori concretissimi, che seguono i loro ideali e si rimboccano le maniche per realizzarli.

Una come me, ed un blog come Umbria e Cultura, che dei messaggi positivi ha fatto un credo ed una bandiera, non può che contribuire, nel suo piccolo, alla diffusione di un tale messaggio. La sfiducia deve lasciare il posto alla propositività, innescando un vortice di aiuto e collaborazione reciproci.

Bravi ragazzi, e come dite voi… Adelante!!!!

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