Corale, progetto collettivo di artisti umbri per le aree del terremoto

corale

Il progetto Corale, del Teatro Stabile dell’Umbria da un idea di Leonardo Delogu e Linda Di Pietro sviluppato da una collaborazione di DOM-, ZOE ed OPERA, con il coordinamento: Leonardo Delogu, si propone come uno degli attori della ricostruzione della vita sociale e comunitaria delle popolazioni colpite dal terremoto.

Il progetto nasce con l’idea di incontrare gli abitanti di questi luoghi, di ricucire la ferita che li ha strappati dai loro punti di riferimento quotidiani, proponendo la creazione di un presidio culturale che veda gli abitanti partecipanti attivi del progetto artistico, e rappresenta un’iniziativa di solidarietà che ha visto partecipi le realtà più innovative del teatro umbro unite da una comune volontà di contribuire a rimettere in moto la vita sociale e comunitaria dei luoghi colpiti dal sisma.

Dopo il terremoto del 30 ottobre 2016, Norcia, Cascia, Preci e le frazioni limitrofe hanno visto messa a dura prova la propria identità di luogo, divenendo cratere di uno dei terremoti più violenti dell’ultimo secolo in Umbria.

Migliaia di persone hanno perso la propria abitazione, molti sono andati a vivere in tendopoli e poi in container, o affittando roulotte e camper, molti sono stati trasferiti in alberghi nella regione, più di 1000 usufruiscono della mensa collettiva, non ci sono più negozi, spazi per attività sociali, non esiste più la possibilità di andare a teatro.
Esiste una paura diffusa, e un silenzio che ora pervade tutto il territorio del Parco dei Sibillini.

Nell’emergenza post- terremoto, oltre ad occuparsi della ricostruzione materiale di ciò che è stato distrutto, ci si deve contemporaneamente occupare di rimettere insieme il senso di comunità, la vita sociale, l’identità di una collettività. Se non ricostruiamo queste comunità i luoghi ricostruiti saranno luoghi disabitati. Il terremoto è una ferita sulla pelle della terra e nell’anima degli uomini. L’arte può essere uno dei fattori che aiutano a guardare e a rimarginare quella ferita dell’anima.

Gli obiettivi di Corale sono, innanzitutto quello di non fare sentire abbandonata la comunità di riferimento. Non solo persone che scappano ma anche persone che vengono e decidono di trasferirsi a vivere per un tempo in quei territori: essere un elemento di rinascita. Il secondo obiettivo è quello, attraverso gli strumenti dell’arte, di attivare diverse forme di socialità nel territorio in maniera trasversale rispetto alle fasce d’età.  Attraverso laboratori per bambini, adolescenti e adulti, camminate pubbliche, cene sociali, cineforum e un lavoro capillare di ascolto, collaborando a ritessere la rete sociale del territorio colpito dal terremoto. Il terzo obiettivo è quello di trasformare il punto di vista sull’evento catastrofico del terremoto. Riuscire a superare la condizione di shock e di trauma, elaborando la perdita e aprendosi ad una  visione di speranza e di futuro.

Il tutto attraverso l’arte come strumento per fare comunità, l’ascolto attivo, il presidio artistico, le attività culturali ed il coinvolgimento della popolazione.

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