Un Dottori ha bisogno di cure. A rischio il grande affresco di Tuoro sul Trasimeno

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Lavoro, scrivo di eventi, sono una “privilegiata” perché, nonostante una laurea in Economia, ho scelto di fare il lavoro che mi piace, conosco la mia regione, ho l’occasione di visitare luoghi poco conosciuti, ma quando nuovi angoli nascosti della nostra meravigliosa terra si svelano al mio sguardo, resto ancora senza parole.

Ma partiamo dall’inizio. Arriva alla redazione di Umbria e Cultura una segnalazione: l’affresco di Gerardo Dottori, realizzato sulla superficie del catino absidale della Chiesa di Santa Maria Maddalena a Tuoro, parliamo di un’opera di ben 84 mq, è visibilmente danneggiato, probabilmente da infiltrazioni di acqua: in questo modo un’opera significativa e preziosissima, bene di tutti, rischia di essere compromessa per sempre.

Andiamo a vedere. L’opera è davvero imponente, tanto da conquistare immediatamente l’occhio del visitatore per i suoi colori e il paesaggio di sfondo: il Trasimeno e le sue colline riprodotte nel tipico stile del Maestro del futurismo. Il dipinto fu realizzato tra il 1948 e il 1949, periodo nel quale Dottori ricevette molti incarichi, tanto che lavorò contemporaneamente ai cicli della Chiesa di Santa Maria Maddalena di Tuoro ed a quelli della Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista di Magione, adottando in entrambi i casi la tecnica del fish-eye (occhio di pesce); in queste opere, infatti, il paesaggio collinare si dilata con abile gioco cromatico che ben riprende le atmosfere dei declivi lacustri, grazie anche alla tecnica del puntinismo, dottoritanto cara al futurista umbro.

L’affresco, voluto dal parroco di Tuoro don Antonio Milli e considerato dallo stesso Dottori il suo capolavoro, raffigura la conversione della Maddalena, la scena è collocata su di un grande terrazzo da cui si domina il Trasimeno. Il ricordo del Vangelo è vivo nella scena della peccatrice che lava con le sue lacrime i piedi di Gesù asciugandoli poi con i lunghi capelli.

L’autore della segnalazione è un privato, appassionato collezionista di Dottori, che possiede addirittura un bozzetto originale dell’opera di Tuoro firmato dall’artista e datato 1947, ci accompagna nella visita di questa imponente opera e ci spiega: “Tra il bozzetto e l’opera definitiva si possono notare dei ripensamenti: nella posizione del seggio e della brocca sul tavolo, ad esempio, ma soprattutto è diversa l’espressione di Gesù. L’artista ha realizzato la scena in una successione meditativa e temporale (l’affresco è del 1949). Nel bozzetto Gesù è dolce ma pensoso, e un uomo, dietro le spalle del Cristo, con uno sguardo curioso cerca di scorgere la scena. Nell’opera finale, invece, Gesù parla ai commensali, e non è più presente alcuna figura alle sue spalle: l’uomo pieno di curiosità si è dileguato. E’ quindi avvenuta, evidentemente, una profonda riflessione nell’animo dell’artista, che, in un primo momento, intendeva ritrarre il momento dell’arrivo inaspettato della Maddalena, una peccatrice, al cospetto di Cristo, per poi decidere di rappresentare il momento successivo, nel quale Nostro Signore parlando alla donna le rimette tutti i suoi peccati. Dottori opta quindi per il secondo momento, sicuramente più significativo per la sua missione di redenzione e per l’aspetto dottrinale”.

Nelle immagini che vi proponiamo è evidente il danneggiamento del dipinto sul lato destro e sinistro: bisogna agire presto per non permettere che l’affresco si degradi oltre. Ma non è facile suscitare l’interesse dell’opinione pubblica su tali argomenti, che potrebbero sembrare secondari, ma che sono la nostra eredità, sono parte di ciò che siamo, sono le nostre radici culturali, sono, in una parola, la nostra identità.

Il nostro anonimo amico si rivolge, tramite me, ad ognuno di noi, a voi che state leggendo queste righe, perché si riesca a trovare il modo per riportare questo affresco alla bellezza che merita, preservandolo e lasciandolo intatto alle future generazioni che potranno goderne in tutto il suo splendore.

Voi che ne dite? Lasciateci un commento, condividete nelle vostre bacheche. Lavoriamo insieme.

Donatella Binaglia

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