Emergenza sangue, un problema italiano

donazione sangue

di Giuseppe Manzo

 

Il sangue non può essere prodotto artificialmente. La disponibilità di questa risorsa, insostituibile nella terapia di molte malattie, dipende completamente dalla generosità e dal senso civico dei donatori. La donazione di sangue è un atto volontario, necessario per salvare vite umane e migliorare la qualità di vita dei malati.

Gli interventi chirurgici, le trasfusioni e le cure oncologiche in Italia sono a rischio per la cronica carenza di sangue. Le associazioni e le Asl lo denunciano da tempo: la mancanza di sangue è sempre più una criticità nazionale. Nel dicembre scorso l’Avis e la Aucc di Perugia avevano lanciato un appello: “Serve sangue in oncologia …” le due associazioni umbre avevano unito le forze per sensibilizzare l’opinione pubblica su questa gravissima situazione “… la donazione del sangue è indispensabile per garantire cure a tutti i pazienti, anche quelli oncologici che necessitano di trasfusioni”. Proseguiva così l’appello di Avis e Aucc alla Regione, alle istituzioni, alle scuole, all’università e a tutti i cittadini, in primo luogo i giovani.

Non si deve credere che la necessità di raccogliere sangue si presenti solo in occasioni di gravi calamità o di eventi eccezionali. Il bisogno di sangue in campo medico è una necessità costante; l’uso del sangue e dei suoi derivati è necessario nella quotidianità di molte terapie, di molti interventi chirurgici, delle urgenze a cui bisogna far fronte. E la crescente richiesta di sangue non può essere soddisfatta se non con la crescita del numero dei donatori.

Il fabbisogno di sangue è in aumento. L’evoluzione delle tecniche terapeutiche e farmacologiche ha permesso di migliorare le cure e la qualità di vita degli ammalati, ma è aumentato il fabbisogno di sangue: negli ultimi 8 anni i consumi sono cresciuti di oltre il 20% mentre la raccolta da donatori periodici, volontari, anonimi e non remunerati è cresciuta di poco più del 10%.

Tutti pensano che donare il sangue sia solo un atto di solidarietà e di altruismo. Ma forse pochi sanno che donare il sangue è anche un modo per tenere sotto controllo la propria salute facendo una corretta prevenzione. Ogni donatore, infatti, è sottoposto a esami specifici periodici che permettono di tenere sotto controllo i principali organi e i valori di colesterolo, glicemia e trigliceridi. Per poter essere ammessi ogni volta a donare, i donatori sono motivati a fare una vita sana, avendo cura dell’alimentazione e facendo attività fisica.

E’ privo di fondamento ritenere che donare il sangue possa far male, privandoci di difese. Non è così. La donazione, al contrario, fa rigenerare il sangue e ricarica il nostro organismo facendoci sentire bene con il corpo e regalandoci quella bella sensazione di serenità della mente che arriva dopo un gesto di solidarietà.

Sono infondati alcuni timori che purtroppo ancora oggi scoraggiano le donazioni, quali, per esempio, pericoli per la salute, dolore durante il prelievo o rischio di assuefazione. Nulla di più falso. Durante la donazione vengono prelevati al massimo 450 millilitri di sangue su circa 7 litri contenuti dal nostro corpo. Il sangue donato, affermano i medici, viene rigenerato dall’organismo del donatore in poco tempo: bastano solo poche ore per tornare ad avere le stesse quantità di plasma e piastrine che si avevano prima della donazione, ed una settimana per rigenerare i globuli rossi.

Molti studi anche di recente hanno dimostrato che donare il sangue almeno due volte l’anno aiuta a ridurre i rischi di malattie cardiovascolari o di diabete. Donare sangue salva la vita a chi riceve il sangue e mantiene sano il donatore. Infatti, il sangue raccolto, prima di essere utilizzato, è sottoposto a controlli scrupolosi per individuare eventuali virus infettivi e rilevare eventuali valori anomali, che evidenzierebbero problemi di salute del donatore.

E’ in questo senso esemplare e commovente la storia di un giovane donatore dell’Avis che scoprì un tumore maligno grazie ad una donazione di sangue. “Avis mi ha salvato” egli ha scritto, perché grazie ai controlli periodici ha potuto prendere in tempo il suo male.

A differenza di altri paesi, in Italia non solo i controlli sono più severi, ma il donatore è invitato a far parte di un’organizzazione come AVIS, che lo segue nel suo percorso di vita allo scopo di motivarlo a mantenersi sano. E questo, come abbiamo detto, gli viene assicurato dai  controlli e dalle visite periodiche di un medico specializzato.

“Il donatore di sangue pertanto è il cittadino più controllato a spese dello Stato”, ha sostenuto la Fondazione Veronesi, “ e la donazione di sangue non è pericolosa per nessuno, né per chi lo dà e né per chi lo riceve”.

Andiamo tutti a donare con fiducia. Otto minuti per donare e la possibilità di salvare tre vite. Donare il sangue è un atto volontario e gratuito, è un dovere civico. Donare il sangue è un gesto d’amore che fa bene al cuore.

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