Mostre. Firenze ferita e il ponte Santa Trinita dopo la guerra

firenze ferita

Ritrovate inedite foto del ponte Santa Trinita dopo la guerra, scattate da una ragazza che sarebbe diventata tra le più note storiche dell’arte: Paola Barocchi. Una mostra e un libro raccontano questa storia e le memorie di guerra di Maria Fossi Todorow, scritte dall’allora diciassettenne durante il periodo dell’emergenza (agosto 1944).

Giovedì 20 dicembre alle ore 16:30 presso il Museo di Palazzo Davanzati sarà inaugurata la mostra «Firenze ferita e il ponte Santa Trinita nel diario di Maria Fossi e negli scatti di Paola Barocchi», a cura di Donata Levi, Alessia Cecconi, Martina Nastasi, con la collaborazione di Daniele Rapino. L’iniziativa della Fondazione Memofonte, accolta e supportata dai Musei del Bargello, scaturisce proprio dal ritrovamento delle fotografie tra le carte di Paola Barocchi e dalla volontà di rendere omaggio a due donne, a due storiche dell’arte, a due fiorentine, proponendo un nuovo momento d’incontro nel quale i loro sguardi sempre attenti raccontano la Firenze che attraversa la drammaticità della distruzione e la fatica della ricostruzione.

L’esposizione, così come il libro, è divisa in due sezioni. La prima è dedicata al Diario dell’emergenza che Maria Fossi scrive fra la fine del luglio e l’agosto del 1944, pubblicato per la prima volta dalla stessa Paola Barocchi con i tipi della sua S.P.E.S. nel 2004. Le pagine del Diario sono accompagnate da fotografie che ne danno una lettura figurativa. L’altra, invece, si sposta sulla ricostruzione di quel ponte diventato il simbolo di una «Firenze ferita, molto ferita, che ha vissuto nei calcinacci per molti anni»: tra l’estate del 1956 e la primavera del 1957 Paola Barocchi vive la «vicenda del ponte Santa Trinita giorno per giorno e addirittura fotografandolo una volta alla settimana perlomeno», non per dovere di cronaca ma per cogliere l’occasione di «vedere ricostruire un monumento del passato con la tecnica del tempo, non la tecnica contemporanea», con la certezza che le istituzioni in questo modo hanno compreso fino in fondo «la voce della città».

All’inaugurazione della mostra, interverranno: Paola D’Agostino, Direttore dei Musei del Bargello; Donata Levi, Presidente della Fondazione Memofonte; Daniele Rapino, Curatore Responsabile del Museo Palazzo Davanzati; Tomaso Montanari, Università per stranieri di Siena; Alessia Cecconi, Direttore Fondazione CDSE; Martina Nastasi, Fondazione Memofonte.

Nell’occasione sarà presentato un volume, recante lo stesso titolo della mostra e curato da Alessia Cecconi e Martina Nastasi. Il libro viene pubblicato con marchio S.P.E.S. – ora di proprietà della Fondazione Memofonte –, la storica casa editrice fondata nel 1974 dalla famiglia Barocchi, che ha cessato l’attività nel 2016. Un saggio di Alessia Cecconi inserisce il Diario nel contesto storico di quegli anni, mentre le fotografie inedite sono accompagnate da un saggio di Tomaso Montanari, che le inquadrano nel denso dibattito culturale e morale del Dopoguerra.

Firenze, Natale 1944. Maria Fossi ha da poco compiuto 18 anni e frequenta l’ultimo anno di liceo insieme all’amica Paola Barocchi. È la fine di un anno drammatico, che ha ferito la sua città nel profondo prima di raggiungere la strada verso la liberazione e la ricostruzione. Il regalo di Maria per Paola è una fotografia del ponte Santa Trinita. Sul retro la dedica «Da Maria, con tutto quello che tu sai» e l’annotazione «N. 1569 † 3.VIII.1944». Il carico di un’esperienza devastante affidato a poche parole, perché non c’è bisogno di aggiungere molto all’immagine di quel ponte, distrutto nell’agosto dalle mine naziste: entrambe sanno, vedono e sentono il vuoto, rendono quel ponte quasi una presenza viva che le accomuna e le lega a uno dei luoghi simbolo di Firenze e della furia della guerra.

Compagne di classe al liceo Galileo, si laureano entrambe nel 1949, l’una sul Rosso Fiorentino, l’altra sui disegni di Pisanello: condividono il corso degli studi, coltivando un’affinità che renderà durevole un rapporto basato su un sentire comune, su una fiorentinità mai chiusa in sé stessa, l’una stimolata da una formazione aperta verso una cultura internazionale, l’altra cresciuta in un ambiente familiare cosmopolita. Le loro strade professionali poi si separano: mentre Paola avvia la sua carriera universitaria che da Firenze la porterà a Lecce e poi nel 1969 alla Scuola Normale Superiore di Pisa, Maria inizia a lavorare al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, per poi aprire la sezione didattica museale e passare alla direzione del Museo Davanzati nel 1972. Un’amicizia durata tutta la vita, rinsaldata nella comune propensione al figurativo, alla grafica e alla trasmissione del proprio sapere, da una cattedra universitaria o nelle sale dei musei. Quella raccontata è la storia della Firenze che passa da un boato all’altro, quello che nel 1944 che fa saltare il ponte Santa Trinita e quello che nel 1956 lo restituisce alla città demolendo le centine e liberando finalmente le tre arcate da un argine all’altro dell’Arno.

La Fondazione Memofonte è l’ultima impresa di Paola Barocchi, che dopo il pensionamento decise di continuare il suo percorso attraverso un luogo in cui storia dell’arte e informatica continuassero a dialogare, accogliendo studiosi e aprendosi ai giovani. La casa da cui la giovane Paola fotografò il ponte è oggi la sede della Memofonte, che continua a lavorare su progetti d’informatizzazione delle fonti storico-artistiche messe a disposizione gratuitamente sul proprio sito (www.memofonte.it).

Post correlati

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.