Fusione nucleare, a cannone o a ciambella? E’ sfida tra reattori

schema tokamak

Tutte le principali istituzioni di ricerca mondiali stanno lavorando ad un reattore in grado di dar vita alla fusione nucleare, il processo che alimenta il Sole e che garantirebbe energia pulita e illimitata. Ma oggi, ad accendere la sfida a chi arriverà per primo, c’è una compagnia privata californiana, la Tri Alpha Energy, che ha seguito un approccio alternativo rispetto a quello adottato dalla stragrande maggioranza della comunità internazionale per il reattore Iter, in costruzione in Francia. Iter, macchina a forma toroidale detta “tokamak”, è costato finora 20 miliardi di dollari (finanziati da Europa, Cina, Corea, Russia, India, Giappone e Usa), ma non vedrà la luce prima del 2025.

La Tri Alpha Energy ha annunciato di aver messo a punto una macchina innovativa, chiamata C-2U, capace di mantenere stabile a 10 milioni di gradi Celsius una massa di combustibile da fusione, e di essere in grado di spingersi oltre. Una “svolta”, l’ha definita la rivista scientifica Science, nel lungo percorso verso il raggiungimento della fusione nucleare controllata.

Ne ha parlato anche il Corriere della Sera, che così spiega il funzionamento della C-2U: “Immaginate due cannoni puntati uno contro l’altro pronti a sparare un anello di gas incandescente. I due anelli di plasma viaggiano a una velocità vicina a 1 mln di Km/h fondendosi al centro in una massa a forma di sigaro. Con una serie di trucchi i ricercatori sono riusciti a stabilizzare questo fenomeno per 5 millisecondi e avrebbero potuto andare oltre. Sembra un battito di ciglia ma è un balzo in avanti clamoroso se si pensa che per decenni ci si era fermati a 0,3 millisecondi”.

Ora, nessun contenitore può sopportare un tale calore, perciò il plasma deve essere confinato in uno spazio limitato. Nel Sole questo avviene grazie alle enormi forze gravitazionali in gioco. Il reattore Iter lo farà dotando di magneti il suo reattore a ciambella, mentre la Tri Alpha Energy lavora con un dispositivo lineare e sfrutta per il confinamento il campo magnetico prodotto dal flusso del plasma.

La società californiana ha promesso che il prossimo anno verrà testata una macchina ancora più potente, con l’obiettivo ultimo di superare i 3 mld di gradi per utilizzare un combustibile più facile da produrre e più docile, un mix di protoni e boro. I risultati sono comunque già promettenti perché basterebbe un aumento di dieci volte della temperatura già ottenuta (100 milioni di gradi) per innescare la fusione di un combustibile classico di deuterio e trizio, che però ha come controindicazione la produzione di neutroni che danneggiano le pareti del reattore.

 

Credits: foto phys.org

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