Namib, la duna marziana ritratta in una foto scattata da Curiosity

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Mentre cresce l’attesa verso il lancio di ExoMars, la missione marziana dell’Agenzia spaziale europea (Esa) realizzata con Roscosmos e il determinante contributo dell’Agenzia spaziale italiana, proprio dal pianeta rosso arriva un inatteso regalo.

A mandarlo è stato Curiosity, il rover della Nasa su Marte dal 2012, che ha fotografato a solo sette metri di distanza la sua prima duna extraterrestre.

Si tratta, segnala l’Asi sul suo sito, di Namib, una formazione di sabbia alta 4 metri situata nella parte nord occidentale del Monte Sharp, proprio al centro nel cratere Gale dove Curiosity è atterrato oltre anni e mezzo fa.

Il rover della missione MSL (Mars Science Laboratory) risulta ancora in ottime condizioni e ad oggi ha già realizzato nove perforazioni di rocce e migliaia di analisi grazie all’utilizzo del laser a bordo, in grado di vaporizzare i frammenti e analizzarne la composizione.

In particolare, in questi giorni Curiosity si sta dedicando anche alla raccolta dei dati dell’atmosfera marziana per poi confrontarli con quelli degli ultimi anni. Proprio uno degli aspetti di cui ExoMars si occuperà con grande attenzione. Nel dettaglio, sarà lo strumento italiano Dreams a misurare i parametri meteorologici e del campo elettrico atmosferico del pianeta.

Namib fa parte del complesso di dune Bagnold già osservate dallo spazio da altre sonde che sono soggette a spostamenti di circa un metro l`anno a causa del vento marziano. Le dune fotografate sembrano più attive durante l’estate di Marte, piuttosto che in autunno, che è la stagione in corso sul pianeta rosso. Gli scienziati sono interessati alla raccolta di materiale fotografico sulle dune proprio per poter comprendere come il vento sposta i granelli di sabbia, in un ambiente con meno forza di gravità e meno atmosfera della Terra.

Dalle rilevazioni effettuate da Curiosity la superficie della duna appare molto scura a causa dell’elevata presenza di granelli composti da olivina e pirosseno, minerali presenti nelle rocce vulcaniche di tipo basaltico. Gli scienziati hanno individuato anche granelli più chiari e di forme molto diverse tra loro, probabilmente costituiti da quarzo. Per verificare la consistenza della sabbia una delle ruote del rover è stata fatta passare sulla superficie della duna per testarne la resistenza e, nel caso in cui i movimenti fossero difficili, per valutare percorsi alternativi.

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