Notre Dame in fiamme. Noi come proteggiamo il nostro immenso patrimonio?

notre dame

di Giuseppe Manzo

 

La sera del 15 aprile siamo rimasti sgomenti di fronte alle immagini delle tv che trasmettevano in primo piano la luce intensa dell’incendio più triste degli ultimi tempi, nel quale è bruciato in parte uno dei monumenti più belli e rappresentativi del mondo, la cattedrale di Notre Dame. Un monumento caro ai francesi che da 9 secoli veglia sul cuore di Parigi. Poche ore per bruciare e duecento anni per essere realizzato.

Credo che nel vedere quelle terribili immagini molti italiani si siano posti la stessa domanda, ovvero: e noi cosa facciamo per proteggere il nostro grande patrimonio artistico e monumentale, costituito da 95.000 chiese, 40.000 fra rocche e castelli, 30.000 dimore storiche con 4.000 giardini, 36.000 fra archivi e biblioteche, 20.000 centri storici, 5.600 musei ed aree archeologiche, 1.500 conventi e 54 siti Unesco. Un immenso tesoro da tutelare che ci assicura entrate per 54 miliardi di euro all’anno, con una potenzialità almeno doppia.

La bellezza e l’importanza del nostro patrimonio artistico monumentale sono riconosciute in tutto il mondo. L’Italia è un museo a cielo aperto e questo comporta per noi una grande responsabilità che consiste nel tutelare da furti, incendi e terremoti le nostre chiese, i nostri musei e i nostri monumenti, che vanno conservati e protetti per le generazioni future. La nostra ricchezza di beni culturali, monumentali ed artistici rappresenta anche la risorsa che garantisce la nostra identità e conferma le nostre origini comuni e la nostra storia.

Vengono in mente, tra gli altri, gli incendi del teatro regio di Torino nel 1936, o quello del teatro La Fenice di Venezia bruciato nel 1996 e ricostruito in sette anni, o ancora del teatro Petruzzelli di Bari bruciato nel 1991 e riaperto solo nel 2009. Sono ancora nei nostri occhi il dramma del terremoto di L’Aquila del 2009 e il sisma infinito che nel 2016 colpì il centro Italia, provocando non solo morte e distruzione ma anche numerosi crolli di monumenti e ingenti danni al patrimonio artistico.

Un esempio: ad Amatrice, che dal 2015 era entrata a far parte dei borghi più belli d’Italia, nella notte del 24 agosto 2016 furono distrutte in pochi secondi la splendida facciata della basilica di S. Francesco del 1.300 e la chiesa di S. Agostino del 1400 con il suo bellissimo portale gotico.

L’abbondanza di ricchezza monumentale e artistica del nostro paese non è pertanto solo una fortuna, ma deve diventare sempre più un impegno costante alla tutela e alla salvaguardia, se non vogliamo che immagini come quelle del rogo di Notre Dame si ripetano anche nel nostro paese.

Bisogna fare molto di più in questa direzione e utilizzare a fondo la scienza e la tecnologia, se vogliamo tramandare alle generazioni future i meravigliosi monumenti e beni artistici che i nostri antenati ci hanno lasciato in eredità. Anche perché ai furti, agli incendi e ai terremoti si sono aggiunti da qualche anno gli effetti dell’inquinamento e dei mutamenti climatici.

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