Paesaggi del Regno: Dai luoghi francescani al Luogo Assoluto. Il nuovo libro di Flavio Piero Cuniberto

paesaggi del regno

E’ stato presentato recentemente, a Perugia, il nuovo libro di Flavio Piero Cuniberto “Paesaggi del Regno: dai luoghi francescani al Luogo Assoluto”, edito da Neri Pozza.

Flavio Piero Cuniberto è docente di Estetica presso il Dipartimento di Filosofia, Scienze sociali, Umane e della Formazione dell’Università degli Studi di Perugia, ed è alla sua seconda pubblicazione con Neri Pozza, dopo “Madonna Povertà. Papa Francesco e la rifondazione del Cristianesimo” del 2016, dove analizza il magistero del Papa argentino che, proprio in questi giorni, celebra il suo quinto anno di pontificato.

Cuniberto affronta, in quest’opera, la relazione tra San Francesco ed i luoghi che, nel suo peregrinare attraverso l’Italia centrale, attraversa ed elegge a sue dimore temporanee o predilige per la fondazione dei suoi primi conventi. Ripercorrendo tali itinerari e forografandoli, l’autore ne analizza il significato teologico agli occhi del Santo di Assisi.

La concezione di paesaggio, sotto il profilo meramente estetico, in antichità era totalmente assente, tanto che, addirittura, la parola paesaggio non figurava nel vocabolario comune; i luoghi erano concepiti e scelti solo attraverso criteri religiosi di sacralità; tale approccio persiste anche nel rapporto che il Santo umbro ebbe con i luoghi da lui prescelti: San Francesco, attribuiva a tali “paesaggi” ed alla loro bellezza, un valore certamente non estetico, elevandoli a simbolo del Regno di Dio.

La lode del Creato è al centro della religiosità di Francesco, tanto è vero che, nel Cantico delle Creature, il Santo rende grazie a Dio per ogni singolo elemento naturale, invitando al contempo tutte le creature inanimate ad innalzare la propria lode a Dio, lode elevata proprio attraverso la loro bellezza. A questo scopo, nel contesto naturale dei luoghi scelti da Francesco, dovevano essere presenti tali elementi, oltre ad un ampio orizzonte che permettesse di ammirare l’opera celeste.



Tale valutazione essenzialmente sacra della natura persisterà fino al XIV secolo circa, quando, nell’ambito della pittura occidentale, viene introdotto l’elemento paesaggistico come, ad esempio, negli affreschi di Giotto nella Basilica del Santo ad Assisi. Con il passare dei secoli il paesaggio arriverà a rivestire il ruolo di protagonista assoluto, relegando la presenza umana a complemento, come nella pittura seicentesca di genere, un esempio per tutti il “Giardino dell’Eden” di Antonio Procaccini, restando nell’ambito degli artisti italiani.

“Paesaggi del regno” quindi, è proprio questo: scenari terrestri a simbolo del Regno di Dio, la ricerca del Luogo Assoluto, o del Giardino dell’Eden in Terra. Analogia interessante, seppur potrebbe sembrare azzardata, quella che l’autore espone nel suo volume tra Francesco e Martin Heidegger: in entrambi possiamo notare un superamento dell’Io attraverso la loro esperienza del paesaggio come luogo assoluto. La rinuncia dell’Io in senso cristiano da parte di San Francesco, con le creature finalmente affratellate, le une accanto alle altre, rivelazione dell’amore di Dio e luogo del restituirsi a Lui del cosmo e dell’uomo stesso; il superamento dell’Io soggetto moderno in Heidegger, che non affronta, naturalmente, il concetto del Regno, ma della Terra come tale, meta finale, desoggettivata.

Per tutti gli appassionati di arte, di filosofia, o semplicemente tutti coloro che vogliano immergersi in una lettura interessante e di qualità, “Paesaggi del regno: dai luoghi francescani al luogo assoluto” è un’ottima opportunità per intraprendere un viaggio nel tempo tra gli incantevoli paesaggi dell’Italia centrale come Assisi, Greccio o le Marche tanto amate dal Poverello, protagonisti della vita di uno dei santi più venerati al mondo.

Giulio Pocecco

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