Palermo, l’emigrazione in mostra: “Partono i bastimenti”

etichetta macaroni partono i bastimenti

“Partono i basimenti”, foto ed immagini, ma anche documenti ed oggetti originali, che raccontano il ‘grande esodo’ degli italiani verso le Americhe. Un lungo percorso che va dalle partenze di folle di disperati sulle ‘carrette del mare’ di fine ‘800, per arrivare ai successi raggiunti in tutti i campi, soprattutto negli Stati Uniti, dai discendenti dei emigrati di casa nostra. E’ questo il senso della mostra ‘Partono i Bastimenti’, allestita a Palermo, nella Sala Gialla del Teatro Politeama, fino al 16 maggio.

La rassegna, già presentata a Napoli, a Cosenza, a Bari e, in edizione ridotta, al ministero degli Affari Esteri, è promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo ed è curata da Francesco Nicotra, direttore dei Progetti Speciali Niaf (National Italian American Foundation), ente che ha dato il suo patrocinio all’iniziativa.

La mostra mette a fuoco la lunga storia degli emigranti che si snoda attraverso i periodi più difficili del ‘900, come le due guerre mondiali, il fascismo e la grande crisi economica degli anni ’30, che vide milioni di emigrati italiani in lotta a fianco degli altri lavoratori americani.

Correda il percorso espositivo una ricca raccolta di documenti e oggetti originali: modelli in scala di navi storiche dell’emigrazione, passaporti di diverse epoche, biglietti e documenti di navigazione, riproduzioni di puzzle di Ellis Island, opuscoli di norme per gli emigranti, libri, giornali ed oggetti delle Little Italy, insegne ed etichette di prodotti italiani degli anni ’20 (pasta e pomodori).

Ad arricchire il percorso espositivo, lettere e foto rare, quadri ad acquarello e ad olio di famosi transatlantici, poster delle compagnie di navigazione, orari di arrivi e partenze, valigie e bauli contenenti oggetti tipici degli emigranti, dai corredi agli strumenti musicali, dai libretti da messa al quadro del santo protettore del paese di origine. E inoltre viene presentata una ricca collezione di “copielle”, cioè piccoli spartiti originali di canzoni, quasi tutte in dialetto napoletano e siciliano, in voga nella Little Italy dei primi decenni del secolo scorso, così come diversi bellissimi spartiti originali di tango realizzati da autori italiani, emigrati o discendenti di emigrati: nelle loro composizioni cantarono la vita di tutti i giorni nel nuovo mondo, passioni, illusioni e delusioni, ma anche la nostalgia per la Patria perduta.

Inoltre, un intervento multimediale realizzato da Informasistemi coinvolgerà i visitatori attraverso una vera e propria esperienza sensoriale fatta di proiezioni, musica e profumi. Per la prima volta viene dedicato un focus a una categoria particolare di “emigranti”: le migliaia di soldati dello sconfitto esercito borbonico che nel 1861, da Napoli, furono imbarcati per New Orleans con la prospettiva di essere arruolati nell’esercito degli stati secessionisti del Sud, nella guerra civile americana. Un pagina davvero poco conosciuta della storia italiana.

“La mostra – sottolinea Emmanuele Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo – da me fortemente voluta e sostenuta fin dal suo esordio a Napoli più di due anni fa, approda finalmente a Palermo, mia adorata città natale, che è stata sensibilmente interessata dal fenomeno dell’emigrazione allora, così come oggi lo è da quello massiccio e spesso drammatico dell’immigrazione. La Sicilia è stata l’ultima regione italiana a partecipare al grande esodo migratorio di fine Ottocento, ma è attualmente la regione che conta più emigrati all’estero. E’ un dato significativo che va non solo ricordato ma anche valorizzato, in quanto ha costituito la premessa di una grande crescita culturale per le nostre genti che oggi, a buon titolo, possono dire che l’Italia, anche per merito loro, è presente nel mondo”.

 

Credits: foto tg24.sky.it

 

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