Smog, un software del Cnr per scongiurare multe Ue su limiti Pm10

Distinguere le particelle più fini delle sabbie che dal Sahara arrivano in Italia dalle polveri inquinanti “prodotte in loco” dai motori termici, in modo da evitare le sanzioni Ue comminate per il superamento dei limiti di Pm10. E’ quanto si prefigge il progetto Diapason (Desert-dust impact on air quality through model-predictions and advanced sensors observations), coordinato dall’Isac-Cnr e finanziato dal programma europeo Life+ 2010, che ha appunto l’obiettivo di identificare le polveri di origine ‘naturale’ per defalcarle dal computo annuo del PM10 e ottenere così un notevole risparmio di denaro pubblico.

“Abbiamo sviluppato un innovativo sistema semi-automatico per raccogliere, organizzare e memorizzare le informazioni necessarie per l’identificazione delle polveri di origine sahariana”, spiega Gian Paolo Gobbi dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche. “In particolare – aggiunge -, il software analizza le informazioni raccolte, crea un database degli eventi sahariani e quantifica i loro effetti sui livelli di PM10. Il sistema è distribuito gratuitamente alle agenzie per la qualità dell’aria”.

“Uno studio che abbiamo effettuato nel Lazio, quale regione Dimostrativa, utilizzando Diapason, ha mostrato che nel 2004-2014 il carico medio di PM10 è diminuito da 48 a 26 µg/m3, in funzione sia di variazioni meteo sia della crisi economica, che ha comportato un minore utilizzo delle automobili. Nel medesimo decennio il carico annuo di polveri di origine sahariana è¨ sceso da 1.9 a 1.6 µg/m3 nelle aree rurali e da 2.3 a 1.1 µg/m3 nell’area urbana di Roma: riduzioni che hanno portato ad una diminuzione del 60-70% dei superamenti della soglia sanzionabile di 50 µg/m3”, aggiunge il ricercatore.
Il problema non è però risolto: “Per il 2020 le concentrazioni di PM10 sono previste in risalita di circa il 15%. E, ad oggi, 12 delle 37 stazioni di misurazione dell’inquinamento dell’aria laziale registrano più dei 35 superamenti annui fissati dalla Eu come limite, mentre 10 stazioni, di cui 5 a Roma, presentano più di 40 superamenti per anno”.

 

Credits: foto www.meteoweb.eu

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