Sport e solidarietà: la storia di Abdul in un reportage sulla tv olandese

Abdul, dalla Somalia all’istituto Crispolti di Todi.

Il giovane atleta Nageeye Abdulle Abdishakuur si allena a Pontenaia,

seguito da Matteo Natili dell’Atletica Todi

Sport e solidarietà senza confini. E un grande sogno: rappresentare la Somalia alle prossime Olimpiadi del 2016. C’è un pezzo di Todi nel reportage andato in onda martedì 7 ottobre sulla televisione pubblica olandese con un servizio dedicato al giovane atleta somalo Nageeye Abdulle Abdishakuur, che da diversi mesi si allena negli impianti sportivi di Pontenaia, intervistato insieme a Matteo Natili dell’Atletica Todi, che lo segue nelle esercitazioni.

L’intervista è corredata con delle immagini di Todi, città che ha accolto il 20enne profugo dopo un lungo viaggio che dalla Somalia lo ha portato prima a sbarcare a Siracusa per arrivare, all’inizio di quest’anno a Todi, ospite del centro Caritas all’Istituto Crispolti come beneficiario del progetto “SPRAR” (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) Marsciano-Todi.

Quella di Abdul, come tutti lo chiamano nel centro Caritas tuderte, è una storia da profugo, ma un po’ più speciale di altre perché coniuga sport e solidarietà. Nel 2007, quando era ancora in Somalia, viene notato a scuola per le sue eccezionali doti nella corsa e così il giovane atleta inizia ad allenarsi con performance sorprendenti.

La “grande fortuna”, come la definisce lui stesso arriva nel 2011, quando rappresenta il suo Paese ai Campionati del mondo di atletica leggera, in Corea del Sud, correndo i 5000 metri. È l’unico somalo a competere in questa specialità, e, malgrado la scarsa preparazione rispetto agli altri atleti, fa un tempo di tutto rispetto: 15 minuti, 13 secondi e 64 centesimi che gli valgono anche una citazione su Wikipedia.

Da quel momento, Abdul decide di scappare dal suo Paese verso un futuro migliore ed inizia il suo lungo viaggio verso l’Italia: attraversa il deserto del Sahara, ma arrivato in Libia viene arrestato. Rimane in prigione per quasi un anno. Dopo mesi Abdul riesce a scappare e, qualche tempo dopo, a mettere insieme i mille dollari necessari per salire su uno dei tanti barconi che fanno da ponte tra l’Africa e l’Europa.

Dopo lo sbarco a Siracusa nel 2013, viene trasferito nel centro di accoglienza di Bari dove conosce un ragazzo eritreo appassionato come lui di corsa. Iniziano a correre insieme intorno al perimetro del centro e attirano l’attenzione degli agenti di sorveglianza. Il sovrintendente Francesco Leone e gli assistenti capo Francesco Martino e Donato Venturo notano le potenzialità dei due africani e prendono a cuore le loro storie, permettendogli di allenarsi al meglio: gli regalano scarpe, maglie e cronometri, ed investono del tempo per assisterli negli esercizi e per accompagnarli alle gare.

Dall’inizio di quest’anno Abdul è arrivato a Todi ospite del centro Caritas all’istituto Crispolti come beneficiario SPRAR Marsciano-Todi, titolare di protezione internazionale. Appena scoperta la sua passione per la corsa gli operatori del centro hanno fatto tutto il possibile per metterlo in condizione di allenarsi, e da mesi si allena alla pista di Pontenaia, seguito da Matteo Natili dell’Atletica Todi, con un grande sogno: quello di rappresentare la Somalia alle prossime Olimpiadi del 2016.

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