Liceo di Todi: 39 in classe incluso uno studente diversamente abile con sostegno

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Riceviamo, pubblichiamo e ci uniamo all’appello che il dott. Giovanni Antonelli, Presidente del Consiglio di Istituto del “Liceo Jacopone da Todi”, rivolge al Ministro dell’istruzione Marco Bussetti sulle condizioni nelle quali i futuri nuovi allievi si troveranno a studiare il prossimo anno scolastico.

Lettera aperta al dott. Marco Bussetti

Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca

Gentilissimo Signor Ministro,

Le scrivo a nome del Consiglio d’Istituto del Liceo “Jacopone da Todi” di Todi, in Umbria, consesso nel quale siedo in rappresentanza dei genitori dei circa 770 studenti che lo frequentano.

Il suddetto Liceo si articola in quattro indirizzi; Classico, Scientifico, Linguistico e Scienze Umane e ciò che mi induce a scriverle è la decisione dell’Ufficio Scolastico Regionale dell’Umbria che, applicando la normativa in essere, non ha previsto lo sdoppiamento della prima classe del Liceo Scientifico nonostante i 39 ragazzi iscritti di cui uno diversamente abile con sostegno.

A nulla sono valse a tutt’oggi le accorate richieste fatte dal Dirigente Scolastico Sergio Guarente e, considerato il poco tempo che ci separa dall’inizio dell’anno scolastico, ho preso la decisione di rivolgermi direttamente a Lei.

Il senso di impotenza e rabbia scaturisce dal fatto che, evidentemente, si ritiene che la soluzione imposta dalla normativa sia perfettamente compatibile con il diritto costituzionale allo studio e lo rispetti anche nel più ampio senso di assicurare a tutti le migliori condizioni per un’efficace formazione attuando i più elementari principi pedagogici.

Il problema, in realtà, è che, nonostante le belle parole, la politica scolastica italiana si effettua sempre più e soltanto con una calcolatrice in mano.

Di conseguenza, i 158 iscritti alle prime classi dei quattro indirizzi del Liceo “Jacopone da Todi” (49 al Linguistico, 41 alle Scienze Umane, 39 allo Scientifico, 29 al Classico) devono essere ospitati, secondo tale decisione, al massimo in 6 classi a prescindere dal fatto che ci sia una distribuzione non omogenea tra le scelte effettuate dagli studenti.

In altre parole, l’Ufficio Scolastico Regionale auspicherebbe che fosse il Dirigente Scolastico a “convincere” i genitori circa l’indirizzo al quale iscrivere il proprio figlio. Della serie: non possiamo permetterci che ognuno possa liberamente scegliersi un proprio progetto educativo.

Sarebbe sufficiente, quindi, secondo tale visione, “motivare”, ad esempio, una decina di ragazzi a passare dall’indirizzo Scientifico a quello delle Scienze Umane e il gioco sarebbe fatto. Se, invece, i ragazzi non si lasciassero convincere con le buone, il Dirigente dovrebbe passare ad una loro “riallocazione forzosa”, magari partendo dagli ultimi iscritti in ordine temporale. O, in alternativa, rifiutare la loro iscrizione e farli dirottare contro la loro volontà in altri istituti, magari a Perugia o a Terni, senza tener conto delle notevoli difficoltà legate ai trasporti pubblici in un territorio dalla conformazione complessa come il nostro.

A questo punto, il risultato ottenuto con la calcolatrice, dopo tali forzature, metterebbe senz’altro la coscienza a posto al Ministero e all’Ufficio Scolastico Regionale ma certamente meno soddisfatte sarebbero le famiglie, ma ciò sembra che sia del tutto irrilevante.

Come irrilevante sembra sia il fatto che tra il 158 nuovi iscritti alle prime classi del Liceo nei suoi vari indirizzi, ci siano 3 studenti diversamente abili con sostegno (uno allo Scientifico e due al Linguistico).

Eppure la legge, in questi casi, prevede chiaramente quorum più bassi nella composizione delle classi!

Questa è, tristemente, la politica scolastica che viene attuata oggi in Italia, salvo magari qualche aggiustamento ad hoc in singoli fortunati casi…

Ci auguriamo fortemente che l’Ufficio Scolastico Regionale riveda la propria posizione, e conceda le 7 prime classi richieste dal Dirigente Scolastico.

Sarebbe un bel segnale di attenzione verso le famiglie e verso le legittime istanze degli studenti e un piccolo segno che forse non tutto è perduto nella scuola italiana.

Dott. Giovanni Antonelli

Presidente del Consiglio di Istituto del “Liceo Jacopone da Todi”

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