Todi, mega classe al Liceo. I genitori replicano alla dott.ssa Antonella Iunti

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Riceviamo e pubblichiamo.

 

Todi, 17 agosto 2018

Gentilissima Dott.ssa Antonella Iunti,

ho letto il Suo intervento in merito alla questione del Liceo di Todi e, considerato che vengo direttamente chiamato in causa, Le devo doverosamente rispondere.

Innanzitutto, voglio sottolineare il fatto che, fin dalla mia prima lettera indirizzata al Ministro, ho tenuto completamente fuori dalla questione sollevata sia Lei che l’operato dell’Ufficio da Lei diretto. Infatti, ho subito chiarito che ciò che mi induceva a scrivere era solo “la decisione dell’Ufficio Scolastico Regionale dell’Umbria che, applicando la normativa in essere, non ha previsto lo sdoppiamento della prima classe del Liceo Scientifico”. Ho fin da subito riconosciuto, dunque, che, sia Lei che l’Ufficio da Lei diretto, abbiate correttamente operato “nel pieno rispetto della normativa vigente”, come Lei riporta in lettera. Ciò che contestavo al Ministro era proprio il fatto che, “sulla base della normativa attualmente vigente, al Liceo “Jacopone da Todi” non spetta, né in organico di diritto né di fatto, la “settima” classe 1a richiesta”, come Lei scrive, e non certo il fatto che Lei avesse agito scorrettamente.

Entrando nel merito, dunque, abbiamo appurato che, secondo la normativa, le prime classi del Liceo di Todi dovevano essere sei. Di conseguenza, una classe sarebbe dovuta essere composta da 39 studenti, tra cui 1 studente disabile. Seguendo il ragionamento fatto sinora, dov’è che ho detto qualcosa di errato?

Il problema, come avviene ormai da alcuni anni, si è risolto con il Dirigente Scolastico che ha predisposto lo sdoppiamento “di fatto” e, contestualmente, ha chiesto all’USR, concordandole con il medesimo, risorse integrative per attuare ciò. In più, quest’anno, il Dirigente Scolastico, nel richiedere, prima dello sdoppiamento “di fatto”, lo sdoppiamento “di diritto” non concesso dall’USR, ha segnalato il fatto che nelle prime classi ci fossero tre studenti disabili. La cosa, con sorpresa, non ha avuto alcuna minima rilevanza. Ciò è strano perché nel sito del Ministero, nella pagina “Formazione delle classi”, è chiaramente scritto, riprendendo l’art. 5, comma 2, del D.P.R. n. 81 del 20 marzo 2009, che Il numero degli alunni nelle classi iniziali che accolgono alunni diversamente abili non può superare il limite di 20, purché sia motivata la necessità di tale consistenza numerica, in rapporto alle esigenze formative degli alunni disabiliMa sarò io che ho capito male.

L’unica concessione fatta dal Suo Ufficio sono state le quattro ore, sulle ventisette necessarie, e dunque le restanti andranno coperte con il cosiddetto potenziamento.

Ora, questa concessione porta sia Lei che il Ministro ad affermare che il “caso è risolto”. Ciò solo perché “a settembre, di fatto, le classi prime saranno sette e non sei”, come Lei dice. Già, ma, mi scusi, il problema è ancora quello: che saranno sette, DI FATTO, non DI DIRITTO.

Ho sottolineato, nella mia replica al Ministro, che per noi ciò fa molta differenza. Per Voi, invece, sembra non essercene alcuna.

La invito, formalmente, allora, a concedere l’incontro che i genitori Le hanno richiesto, così da chiarirci, una volta per tutte, se qualche differenza c’è o è solo frutto dell’immaginazione di chi, non avendo altro da fare, cerca solo “clamore mediatico”. Per ben due volte Lei, infatti, ha usato questi termini, neanche fossimo potenti lobbies che controllano qualsiasi mezzo di comunicazione. Ricordo anche a Lei che, nello scrivere la lettera al Ministro, io rappresentavo certamente le legittime istanze dei genitori, ma nella veste di Presidente del Consiglio di Istituto, organo che, come sa, è composto sì da quattro rappresentanti dei genitori, ma anche da quattro studenti, otto docenti, due componenti del personale ATA, oltre che dal Dirigente Scolastico. Vi prego, dunque, di rispettare una comunità che non credo possa essere dipinta come animata da superficialità o leggerezza.

“Ai ragazzi verrà garantito il percorso quinquennale senza alcuna difficoltà”, Lei afferma. E ci mancherebbe altro, aggiungo io. Il problema semmai è il “come” ciò verrà realizzato. Mi spiego meglio. Lo scorso anno, come da tempo ormai, si era presentato lo stesso identico problema di cui stiamo ora dibattendo. Si risolse la cosa con l’attribuzione da parte dell’USR di sette ore alla prima classe sdoppiata. Quella stessa classe è stata inserita, anche per il prossimo anno scolastico, solo nell’organico DI FATTO e non DI DIRITTO, quindi ancora in deroga, e si è vista concedere dieci ore per la prosecuzione dello sdoppiamento.

Dunque, 7 ore lo scorso anno alla prima, 10 ore quest’anno alla seconda, 4 ore quest’anno alla prima. Se “garantire il percorso” significa di anno in anno vincere qualche premio alla lotteria delle ore sperando di essere fortunati, allora, che dire, i genitori restano profondamente preoccupati, nonostante i vostri toni trionfalistici.

Per chiudere, Le chiedo di cuore di accettare l’invito rivoltoLe dai genitori delle prime classi e, dunque, di concederci un incontro diretto al fine di chiarire definitivamente tutti i termini di questa vicenda.

Mi dispiace infatti, ma il Suo fornire “qualche chiarimento. Spero definitivo” non è tale per noi genitori.

Le auguro buon lavoro sperando di poterLa presto incontrare.

Giovanni Antonelli

Presidente del Consiglio di Istituto del Liceo “Jacopone da Todi” di Todi

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