La “Vergine orante” del museo di Todi alla mostra sul Sassoferrato

Il quadro di recente assegnato alla mano del pittore marchigiano Giovan Battista Salvi e proveniente dai Musei Civici di Todi esposto al complesso monumentale di San Pietro. La mostra è visitabile fino all’1 ottobre

C’è anche un dipinto raffigurante una Vergine orante con gli occhi rivolti al suolo, proveniente dai Musei Civici di Todi, tra le opere d’arte esposte nella mostra “Sassoferrato. Dal Louvre a San Pietro: la collezione riunita”, curata da Vittorio Sgarbi e Cristina Galassi, visitabile fino all’1 ottobre 2017 nel complesso monumentale di San Pietro a Perugia.

Oltre a tutte le 17 opere eseguite da Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato (1609-1685) per l’abbazia benedettina di San Pietro – tra cui anche l’Immacolata Concezione concessa dal Louvre di Parigi, tornata nella sua sede originaria di Perugia dopo due secoli – la mostra raccoglie una quarantina di dipinti, sia dello stesso Sassoferrato sia di famosi maestri ai quali l’artista si ispirò, tra i quali Pietro Perugino e Domenico Tintoretto, provenienti da varie raccolte pubbliche e private italiane e straniere.

Tra le pregevoli versioni eseguite dal pittore marchigiano dell’immagine di Maria, uno dei soggetti prediletti dalla devozione seicentesca, nella mostra perugina è esposta anche una tela proveniente dai Musei Civici di Todi raffigurante l’immagine della Vergine orante nella variante che prevede l’orientamento dello sguardo di Maria verso il basso, presente sin dall’origine nella collezione comunale tuderte e sino ad oggi considerata copia, se pur pregevole, del Sassoferrato. Una recente revisione dovuta alla sensibilità ed all’intuito dello storico dell’arte Giovanni Luca Delogu ha permesso di ipotizzare una attribuzione autografa all’artista marchigiano, sia per la particolare resa cromatica sia per la sua qualità eccellente.

L’opera, dopo un’accurata operazione di pulizia e restyling, è stata inserita nel percorso espositivo allestito nella Galleria “Tesori d’arte” e nel ricco catalogo pubblicato dall’editore Aguaplano che raccoglie lo studio sistematico delle opere in mostra, in aggiunta ad alcuni documenti inediti emersi dall’archivio della basilica utili per la ricostruzione della biografia del Salvi.

Artista di una pittura senza tempo, Sassoferrato era conosciuto anche come il “pittore delle belle Madonne”. La Vergine è infatti protagonista di gran parte della produzione pittorica del maestro marchigiano ed è effigiata in numerose varianti iconografiche e tipologiche. La possibilità di ammirare in mostra una serie nutrita di Madonne, da quella della Galleria Nazionale dell’Umbria a quella della Galleria Nazionale delle Marche fino alle due versioni della Pinacoteca Comunale di Cesena e della Fondazione Cavallini Sgarbi, proprietaria anche di una strepitosa Santa Caterina da Siena con Gesù Bambino, già del Cleveland Museum of Art, permette di entrare nello spirito della sua pittura, in cui devozione e qualità formale si fondono con magistrale armonia.

L’esposizione sul Sassoferrato è organizzata dalla Fondazione per l’Istruzione Agraria e dall’Università degli Studi di Perugia in collaborazione con la Regione Umbria, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia ed è patrocinata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e dal Comune di Perugia.

 

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