Toyota-city, progetto con brividi da “Grande fratello”

toyota city

Laboratorio urbano dove il gruppo testa le novità sui dipendenti

 

Toyota-city è un progetto industriale modello con brividi da “Grande fratello” orwelliano, a metà strada tra un’utopia urbana e una versione Terzo millennio di “Tempi moderni”. Progetto storico del gigante giapponese dell’industria automobilistica, Toyota-city, nei pressi di Nagoya nell’isola di Honshu, si è trasformata in un laboratorio su scala urbana dove il gruppo testa le ultime novità produttive sui suoi dipendenti, come un sistema di trasporto in comune e abitazioni ultra ecologiche.

Sin dagli anni ’70 la Toyota si è fatta un vanto di farsi carico di tutti gli aspetti della vita dei dipendenti. Come questa casa “intelligente” che produce energia grazie ai pannelli solari piazzati sul tetto. Su schermi appositi, gli inquilini controllano in tempo reale i consumi di elettricità. Una comodità che può trasformarsi in ossessione.

“Con gli abitanti della casa parliamo spesso di energia, racconta un impiegato della Toyota. Discutiamo di bollette e di condizioni meteo perché quando piove per giorni non produciamo molta energia”.

Un’altra sperimentazione allo studio riguarda le modalità di trasporto. L’idea è mettere a disposizione degli abitanti di Toyota-city bici, scooter e minicar elettriche ma in chiave multimodale. Nel senso che un’app indica all’utilizzatore il mezzo più rapido ed ecologico per raggiungere la destinazione, autobus e treni compresi.

“Il sistema, spiega Toshiya Hayata, responsabile del progetto, permette di trovare un equilibrio tra l’auto privata e i trasporti pubblici, fluidificando la circolazione. Gli ingorghi diminuiranno, come le emissioni di CO2 e tutte le attività urbana prenderanno nuovo vigore”.

La città, che una volta si chiamava Koromo, 50 anni fa ha assunto i caratteri odierni. Le 10 fabbriche automobilistiche ne hanno fatto un simbolo dell’industria del settore. A detrimento di altri aspetti, non meno importanti e qualificanti dell’area urbana e dei dintorni.

“Non bisogna dimenticare che la città è coperta al 70% da boschi, sottolinea Toshihiko Ota, sindaco di Toyota-city. Siamo i primi produttori di riso della prefettura di Aichi e coltiviamo anche uva e pere. Siamo la città dell’auto, ma non solo. Toyota-city ha molti volti che a volte sfuggono”.

 

Credits: foto www.theglobeandmail.com

 

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