Tumore infantile: l’80% delle neoplasie colpisce paesi in via di sviluppo

Ogni anno vengono diagnosticati dai 175 mila ai 250 mila nuovi casi di tumore infantile di cui l’80-90% nei Paesi in via di sviluppo. E la patologia costituisce l’1% dei casi totali di cancro nei Paesi ad alto-medio reddito e il 4% in quelli a basso reddito. Ma la differenza nei tassi di sopravvivenza segna un’altra diseguaglianza: in Occidente sopravvive il 75-85% dei bambini a cui viene diagnosticato un cancro, nei Paesi a medio e basso reddito il 50-20%.

E’ quanto emerge dal dossier ‘Salute è giustizia sociale’ dell’organizzazione umanitaria Soleterre-Strategie di Pace, presentato in occasione della XV Giornata internazionale contro il cancro infantile. Il dossier, che si basa sullo studio in 6 Stati (Italia compresa) di 3 continenti, traccia un quadro delle diseguaglianze nella cura del tumore pediatrico e spiega la necessità di investire sulla sanità pubblica per vincere la sfida globale contro il cancro.

“Per bambini e adolescenti con il cancro – spiega Soleterre – l’assenza di una copertura sanitaria universale porta a diagnosi tardive, abbandono delle cure e difficoltà nel procurarsi medicinali o seguire il follow-up. Anche in Italia, nonostante la presenza di un sistema sanitario pubblico, la mancanza di risorse in sanità e la tossicità finanziaria del cancro, compromettono i risultati delle terapie e mettono a rischio le risorse finanziarie delle famiglie”.

“Sconfiggere il cancro è una delle più grandi sfide per la salute del genere umano – dice Damiano Rizzi, presidente di Soleterre -. Nel nostro lavoro abbiamo toccato con mano come la possibilità di ammalarsi di cancro e di curarsi dipenda da diversi fattori sociali, ambientali, economici e politici: è più che mai chiaro come sistemi sanitari pubblici, finanziati con la fiscalità generale e gestiti da una pluralità di soggetti, con il diretto coinvolgimento dei cittadini, siano la sola risposta credibile per arginare le morti dei prossimi anni. L’ineguaglianza nella cura del cancro appare evidente nei Paesi in via di sviluppo, ma se il nostro sistema sanitario pubblico non verrà nutrito delle risorse umane ed economiche necessarie anche in Italia guarire dal cancro diventerà una questione di ricchi e poveri”.

Con l’obiettivo di innalzare i tassi di sopravvivenza nei Paesi in via di sviluppo e garantire cure di qualità in Italia, Soleterre ha sviluppato il Programma internazionale per l’oncologia pediatrica (Piop), un intervento multidisciplinare con azioni che includono educazione alla salute, diagnosi precoce, sostegno psico-socio-educativo, accoglienza e networking. Nel 2015 il Piop ha coinvolto 10 ospedali, 29 associazioni e 18 enti pubblici in sei Paesi (Italia, Ucraina, Marocco, Costa d’Avorio, Uganda e India) e garantito sostegno a più di 18 mila beneficiari tra bambini malati, familiari, medici e personale sanitario. Tra questi in particolare: 1395 nuclei familiari hanno beneficiato del fondo d’emergenza per le famiglie meno abbienti; 347 tra medici, infermieri e altre figure socio-sanitarie sono stati formati sul tema dell’oncologia pediatrica; 293 famiglie ospitate nelle case di accoglienza in Ucraina, Costa d’Avorio, Uganda e India hanno beneficiato di vitto e alloggio, supporto psicologico, attività ricreative.

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