Afro, Burri, Capogrossi: il racconto di un’Italia che si fa astratta

afro burri capogrossi

A Palazzo della Penna, dal 18 aprile al 6 luglio 2025, la mostra “Afro, Burri, Capogrossi: Alfabeto senza parole” mette a confronto tre giganti dell’Informale italiano.

A partire dal 18 aprile e fino al 6 luglio 2025, Palazzo della Penna – Centro per le Arti Contemporanee ospita “Afro Burri Capogrossi. Alfabeto senza parole”, un’esposizione che accende i riflettori su tre capisaldi dell’arte italiana del secondo Novecento: Afro Basaldella, Alberto Burri e Giuseppe Capogrossi.

La mostra, curata da Luca Pietro Nicoletti e Moira Chiavarini, con il coordinamento scientifico di Alessandro Sarteanesi, propone oltre cento opere provenienti da prestigiose istituzioni come la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, l’Accademia di Belle Arti di Perugia, archivi d’artista e collezioni private. L’iniziativa è promossa dal Comune di Perugia e Magonza, con la partecipazione delle fondazioni archivio dei tre artisti.

L’esposizione si focalizza sul momento cruciale in cui Afro, Burri e Capogrossi abbandonano la figurazione per abbracciare un linguaggio astratto, segnando un punto di svolta nello sviluppo dell’Informale italiano. Un passaggio non solo stilistico ma culturale, che li proietta su una scena internazionale in fermento, tra Parigi e New York.

“Palazzo della Penna riparte dall’ABC della sua missione – afferma la sindaca Vittoria Ferdinandi – e riporta Burri nella sua terra, insieme a due protagonisti di pari statura. Perugia riafferma così la sua vocazione alla contemporaneità”.

Marco Pierini, vicesindaco e assessore alla cultura, sottolinea come questa mostra rappresenti la continuità del progetto museale di Palazzo della Penna, che “racconta un’Italia che, nel dopoguerra, cerca nuove forme espressive per rispecchiare un’identità in trasformazione”.

Tra le sezioni più interessanti dell’allestimento, spicca quella dedicata ai disegni dei tre artisti: opere su carta che rivelano la dimensione più intima e sperimentale dei loro percorsi. Completa il percorso una selezione di materiali d’archivio, tra cui riviste, cataloghi, testi critici e testimonianze di figure come Emilio Villa, Leonardo Sinisgalli e Cesare Brandi, che contribuirono a diffondere e interpretare le loro ricerche.

Il catalogo che accompagna la mostra, edito da Magonza, include saggi critici e conversazioni che arricchiscono ulteriormente l’esperienza del visitatore.

Con “Alfabeto senza parole”, Perugia si conferma ancora una volta crocevia dell’arte contemporanea, offrendo uno sguardo profondo su un’epoca che ha saputo riscrivere il linguaggio della pittura attraverso il segno, il colore e la materia.

Nell’immagine: Giuseppe Capogrossi, Superficie 14, 1953

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