Alexo: lo spettacolo di Claudio Morici al Concordia di Marsciano

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E’ andato in scena giovedì 12 Gennaio, al teatro Concordia di Marsciano “Alexo” di e con Claudio Morici.

Solo sul palco Claudio si racconta, fa il verso a tutti noi a quello che è passato, a quello che ancora è presente e, forse, futuro.

Il testo è nato durante il lockdown, quando la solitudine era imperante e noi ne avevamo esplicita coscienza; Claudio, con una comicità affilata, indaga il rapporto tra umano e automa.

La narrazione, infatti parte dall’effetto pandemia, che ha rivoluzionato la sua vita, la nostra vita, chiudendoci, sigillandoci, e facendoci perdere lavoro e socialità.

Claudio, pensando di sopperire al morso della solitudine, sceglie di farsi fare compagnia da un assistente vocale che per ragioni economiche acquista sotto casa, a Tor Pignattara: una sottomarca in un negozio cinese “Alexo” per l’appunto.

L’aggeggio prende vita e fa come vuole, non risponde al comando vocale ma decide e fa come gli pare, ed ecco un susseguirsi di battute e sketch; non è così preciso e parla solo in dialetto, si innervosisce per richieste inutili e per scelte che “lui” non condivide… Insomma, più che a un assistente vocale somiglia ad un amico che pretende di fare e dire quello che vuole, inizia ad essere propositivo quando Claudio gli chiede aiuto per riconquistare la sua ex ragazza, Loredana.

Alexo fa scelte sensibili e saggie che spiazzano Claudio, ed è qui che si ferma la riflessione: le tecnologie, l’intelligenza artificiale è entrata anche nei nostri rapporti sentimentali?

Sono origine di fraintendimenti, oppure solo grazie ad esse è possibile incontrare l’atra metà della mela? La tecnologia ci guarda, ci aiuta, ci da consigli, ci intralcia e si insinua rubandoci il pensiero.

Come afferma Simone Nebbia “- … il confine tra l’essere umani e l’essere automi è lieve, entrambi sono guidati ormai dal medesimo algoritmo che indirizza scelte… la conseguenza drammatica è un deserto esistenziale, una condizione di estrema solitudine che meccanizza gli affetti e pone un profondo allarme sul futuro della nostra sfera relazionale”.

Sonia Lustrino

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