Archeologia. Nuove ipotesi sul sito di Poggio Gramignano

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Poggio Gramignano continua a raccontarci la sua storia, che potrebbe risalire a ben prima del I secolo d.C., periodo in cui fu eretta la villa romana rinvenuta nei pressi di Lugnano in Teverina.

L’insediamento, venuto alla luce grazie agli scavi intrapresi dal Dottor David Soren della Arizona University negli anni dal 1988 al 1993, non ha certo deluso le aspettative degli archeologi, rivelando dapprima imponenti architetture e poi, con il progredire degli scavi, il cimitero dei bambini risalente al IV secolo d.C., epoca nella quale la villa era ormai abbandonata.

La nuova ipotesi di datazione del sito alla quale stanno lavorando gli archeologi e i ricercatori di tre università statunitensi: Arizona, Yale e Stanford University, coordinate dal prof. David Soren in collaborazione di Soprintendenza archeologica, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria e Comune di Lugnano in Teverina, è stata suggerita dal ritrovamento di reperti risalenti ad epoche anteriori.

“La campagna di scavo 2018 – spiega uno dei ricercatori, Roberto Montagnetti – ha permesso di constatare quanto fossero grandi le dimensioni dell’insediamento. Durante le indagini archeologiche sono emersi depositi di materiali molto più antichi rispetto alla cronologia degli altri reperti, portando così ad ipotizzare che la villa occupasse un sito preesistente molto più antico”.

La prossima campagna di scavo sarà incentrata sull’ampliamento delle zone interessate dalla ricerca per far luce ulteriormente sull’evoluzione storico-insediativa che caratterizzò il sito. Nelle intenzioni di ricercatori e istituzioni c’è poi il progetto di valorizzazione e musealizzazione dell’area in modo da renderla fruibile anche al pubblico.

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