Canino, perla della Tuscia: tra storia, personaggi illustri e sapori autentici

cappella luciano bonaparte canino

Nel cuore della Tuscia viterbese, tra distese di uliveti e terre vulcaniche, sorge Canino, un borgo ricco di storia, fascino e tradizioni che si tramandano da secoli. Situata in una posizione strategica a pochi chilometri dalla costa tirrenica e dalle necropoli etrusche di Vulci, Canino è una meta perfetta per chi cerca un’autentica esperienza culturale e gastronomica.

Le radici storiche e il legame con i Farnese

Canino ha un legame profondo con una delle famiglie più potenti del Rinascimento italiano: i Farnese. È proprio qui che nacque Alessandro Farnese, che sarebbe diventato Papa Paolo III nel 1534. La sua elezione al soglio pontificio segnò l’inizio di un periodo di grande influenza per la famiglia e per la stessa Canino, che divenne un importante feudo pontificio.

Papa Paolo III è ricordato per aver convocato il Concilio di Trento, evento fondamentale per la Controriforma cattolica, e per essere stato un grande mecenate delle arti. Fu lui a commissionare opere a Michelangelo, come il “Giudizio Universale” nella Cappella Sistina, e a promuovere una riforma profonda della Chiesa. Il legame con la sua terra natale rimase sempre forte: i Farnese arricchirono Canino e i territori limitrofi con palazzi, chiese e opere pubbliche, lasciando un’impronta indelebile.

Luciano Bonaparte, il Principe di Canino

Oltre ai Farnese, Canino è legata a un altro nome di spicco della storia europea: Luciano Bonaparte, fratello di Napoleone, che acquistò il titolo di Principe di Canino nel XIX secolo. Dopo l’esilio in Italia, scelse Canino come sua residenza e qui fu sepolto, rendendo Canino un punto di riferimento per storici e appassionati dell’epopea napoleonica. All’interno della Collegiata, dedicata ai Santi Giovanni e Andrea, è ospitata la sua cappella gentilizia (in foto), dove si possono ammirare il suo monumento funebre, un sarcofago che sostiene una bellissima statua in memoria della prima moglie Cristine Boyer e, sulla parete destra, il monumento funerario del padre, Carlo Bonaparte, oltre al monumento dedicato al figlioletto Giuseppe, attribuito alla scuola di Canova.

Tesori gastronomici: tra olio e asparagi

sagra dell'asparago verde di canino dop

Accanto al patrimonio storico, Canino è rinomata per le sue eccellenze gastronomiche. Il fiore all’occhiello è l’olio extravergine d’oliva da cultivar Canino, riconosciuto DOP, prodotto da ulivi autoctoni che crescono su terreni tufacei. Il risultato è un olio di altissima qualità, dal gusto fruttato e deciso, ideale per esaltare piatti semplici o elaborati.

Altro prodotto tipico è l’asparago verde di Canino DOP, apprezzato per la sua consistenza tenera e il sapore marcato ottenuti grazie alla coltivazione su terreni vulcanici e l’irrigazione effettuata con acqua ricca di minerali preziosi. Ogni anno, la Sagra dell’Asparago Verde celebra questo ortaggio con piatti tipici, degustazioni e iniziative culturali, oltre alla frittata più grande del mondo (in foto) attirando visitatori da tutto il Lazio e non solo.

Un borgo da riscoprire

Passeggiare tra le vie di Canino significa respirare il passato, ammirare le architetture medievali e rinascimentali e vivere una dimensione lenta, lontana dal turismo di massa. Il borgo è il punto di partenza ideale per esplorare la Maremma laziale, le rovine di Vulci, le terme naturali e le riserve naturali del territorio.

Canino è un piccolo gioiello dove la storia incontra il gusto, e dove ogni pietra, ogni ulivo, ogni volto racconta una parte d’Italia ancora autentica. Un viaggio qui è un’immersione in secoli di cultura, tra papi, principi e contadini, legati da una terra generosa e ospitale.

Benedetta Tintillini

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