Volto Santo di Lucca: presentate le analisi diagnostiche al Carbonio 14

volto santo di lucca

Sono stati presentati lo scorso 19 giugno, in una conferenza stampa presso il Duomo di Lucca, i risultati delle analisi diagnostiche sul Volto Santo, antico e imponente crocifisso ligneo (247 cm) di grande importanza storico-artistica e religiosa. Le misure, condotte da un team del Laboratorio per i beni culturali e l’ambiente (Labec) dell’INFN di Firenze, con il metodo del Carbonio 14, si sono rivelate decisive per dare una risposta al controverso problema dell’epoca di esecuzione dell’opera ritenuta, fino a oggi, dalla maggior parte degli esperti, risalente alla seconda metà del XII secolo. I risultati indicano, invece, che il crocifisso sia databile tra gli ultimi decenni dell’VIII e l’inizio del IX secolo: si tratterebbe dunque della più antica scultura lignea dell’occidente. Le analisi sono state condotte nell’ambito della rete CHNet (Cultural Heritage Network) dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

E’ la prima volta che vengono eseguite indagini diagnostiche su quest’opera che, essendo una delle icone più venerate della cristianità, è un importante oggetto di culto.

“Per secoli molto è stato scritto sul Volto Santo – spiega Annamaria Giusti, consulente scientifica per le Celebrazioni dei 950 anni dalla rifondazione della Cattedrale di Lucca, già direttrice all’Opificio delle Pietre Dure – ma sempre in termini di fede e religiosità. Solo nel XX secolo ha preso avvio un nutrito dibattito critico sulla sua datazione e caratteri di stile. L’opinione prevalente era che si trattasse di un’opera da datare nella seconda metà del XII secolo. Finalmente la sua accertata antichità chiude l’annoso e controverso problema sull’epoca di esecuzione di quest’opera, che ora possiamo considerare la più antica scultura lignea dell’Occidente arrivata fino a noi”.

“E’ sempre interessante vedere come le tecniche e le tecnologie che sviluppiamo in ambito fisico possano essere applicate in contesti non strettamente limitati al mondo della ricerca” sottolinea Mariaelena Fedi, ricercatrice INFN del Labec di Firenze. “In particolare, questa campagna di misura è un esempio di come la collaborazione fra istituti e persone, anche di diversi ambiti, possa arricchire il lavoro e portare ai migliori risultati”.

Approfondimento – Le analisi scientifiche

Sul “Volto Santo” i ricercatori della rete CHnet dell’INFN hanno condotto delle misure grazie all’acceleratore di particelle del Laboratorio LABEC di Firenze usando la tecnica AMS (Spettrometria di Massa con Acceleratore) che consente di datare i materiali organici (come legno, tessuti o ossa) attraverso l’analisi di un isotopo del carbonio: il carbonio 14, chiamato anche radiocarbonio.

Tre campioni di legno e un campione di tela di incamottatura sono stati prelevati dal Volto Santo e trattati per misurare la concentrazione di radiocarbonio. Questa misura permette, infatti, di risalire a quanti anni sono passati da quando l’organismo, da cui è stato tratto il campione, abbia cessato di vivere. I campioni sono stati prelevati in zone nascoste dell’opera in modo da preservarla al massimo e evitando materiale con pigmenti o vernici che avrebbero potuto alterare l’analisi.

I tre campioni di legno sono stati estratti in punti molto diversi dell’opera, lontani uno dall’altro, ognuno riconducibile ad una struttura in legno distinta dalle altre. Questa scelta è legata alla possibilità di verificare così la contemporaneità delle diverse strutture oppure, eventualmente, la presenza di interventi successivi sull’opera. Il campione di tela è stato prelevato in corrispondenza di uno dei campioni di legno, così da poter verificare anche la contemporaneità dei due diversi materiali. L’analisi del filato è molto importante perché ci sia aspetta che la datazione di questo reperto sia molto vicina alla data di produzione dell’opera (mentre il legno potrebbe più facilmente essere precedente).

Prima della misura nell’acceleratore, i campioni sono stati trattati, in modo da rimuovere ogni possibile contaminazione, trasformati in piccole pasticche di grafite (ciascuna di 0.6 milligrammi circa) e inserite nella sorgente di ioni dell’acceleratore. Dai pochi milligrammi di materiale prelevati sono state estratte pasticche di carbonio puro, ognuna di solo 0.6 milligrammi circa.

Dalla sorgente dell’acceleratore, gli atomi che costituiscono la pasticca di grafite, e quindi anche gli atomi di carbonio-14, vengono estratti sotto forma di particelle cariche e accelerate. Campi elettrici e magnetici, insieme allo stesso acceleratore, agiscono come potenti filtri per riuscire a selezionare solo le particelle d’interesse e quindi contare uno dopo l’altro gli atomi residui di radiocarbonio.

Risultati dell’analisi AMS

Il campione di tela è stato datato ad un periodo compreso fra 770 e 880 d.C. (al 68% di probabilità). I campioni di legno sono risultati compatibili con la tela, avendo tutti una buona probabilità di poter essere datati ad un periodo compreso fra le ultime decine di anni dell’VIII secolo e il IX secolo. Il radiocarbonio ha confermato, quindi, che i materiali del Volto Santo sono precedenti all’anno 1000.

La campagna di misura al LABEC è stata svolta sotto la supervisione scientifica della ricercatrice Mariaelena Fedi (INFN) e grazie all’impegno delle ricercatrici Lucia Liccioli (INFN) e Serena Barone (UNIFI e INFN). Queste analisi misure si inquadrano nell’ambito delle collaborazioni di INFN-CHNet con IFAC-CNR, in particolare nella persona del dr. Salvatore Siano.

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