Palmetta: Albero Cosmico è il tema del secondo opening di Radici

radici

Sabato 3 ottobre dalle ore 16:00 il parco del Centro di Palmetta ospiterà il secondo opening di Radici, la residenza di Associazione Demetra dedicata alle pratiche artistiche inserite nel paesaggio. Gli artisti Silvia Camelli, Filippo Riniolo e Davide Metrocubo Tagliabue presentano le opere realizzate durante le due settimane di permanenza.

L’albero cosmico è l’argomento di questa seconda residenza che ha visto anche la partecipazione di DEMartista che lavora sul rapporto uomo-natura, in qualità di tutor. Ciascun artista in questo periodo ha sviluppato il proprio progetto di ricerca:

Silvia Camelli con ONE propone un totem archetipo che media tra le viscere della terra e l’altezza dei cieli, andando a dialogare direttamente con il nostro corpo animico, senza che subentri una mediazione di ordine mentale.

Filippo Riniolo presenta Quote Rosse, un albero/vetrata, omaggio al gotico e a Carlotta Orientale, sindacalista anarchica ternana, segretaria di tutti e tutte, eretica alla tradizione, socialista e sicuramente visionaria.

Davide Metrocubo Tagliabue con Arbor Inversa crea un’installazione che parla della presa di coscienza del venire all’esistenza. Un albero morto appeso in un pozzo, simbolo della Verità che invita a guardarvi al di sotto.

Associazione Demetra, che ha recentemente sottoscritto con l’Amministrazione di Terni un patto per la cura dell’area verde del Centro di Palmetta, sta lavorando insieme agli artisti alla realizzazione del primo parco cittadino di Land Art che verrà inaugurato il prossimo 17 ottobre.

RADICI è forte del contributo anche degli altri progetti dell’Associazione in ambito sociale: Orto 21 e Communitas che hanno fatto sì che questa residenza diventasse un mezzo concreto per l’inclusione e la partecipazione.

Il progetto RADICI, è realizzato in collaborazione con Casa Laboratorio di Cenci, con il sostegno del MiBACT e di SIAE nell’ambito del programma “Per Chi Crea”.

Con la partecipazione del coro Ticchetetà e del prof. Raffaele Federici dell’Università degli Studi di Perugia.

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