Centro Lipu Umbria a rischio per mancanza di fondi

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Da tre anni il Centro Lipu Umbria, l’ospedale per volatili dove mani esperte e competenti accolgono qualunque esemplare in difficoltà, sia esso un comune passero, un minuto cardellino o un’austera aquila, è situato all’interno dell’ex aeroporto Eleuteri di Castiglione del Lago.

Unica struttura del genere in tutta l’Umbria e importante punto di riferimento anche per i territori limitrofi, sta facendo ogni sforzo possibile, attraverso il suo apparato tecnico e il suo tenace gruppo di volontari per garantire assistenza continua all’avifauna selvatica in difficoltà. Raggiungendo ragguardevoli risultati, tenuto conto che a fronte di una media di recupero alla vita del 30%, qui si toccano anche punte del 70%.

La LIPU, come riferiscono il responsabile regionale Alfiero Pepponi e la referente per il Trasimeno Tiziana Brusconi, a differenza di altri Centri, accoglie nella sua struttura non solo rapaci o specie considerate “pregiate”, ma ogni individuo rinvenuto in difficoltà a qualunque specie esso appartenga. Questo, specialmente nel periodo marzo/settembre, è fonte di un immenso ed impegnativo lavoro poiché i piccoli rinvenuti in quel periodo sono per la maggior parte dei pulli caduti dai nidi. L’impegno, gravoso, sta nel fatto che questi soggetti devono essere alimentati dal primo mattino a tarda sera, ogni ora, a volte ogni 20 minuti. Molte specie, tra cui i rondoni, non aprono spontaneamente il becco per essere alimentati ed inoltre molte specie di piccoli soffrono lo stress di ritrovarsi in un contesto a loro sconosciuto senza le cure parentali e questo, purtroppo è causa di decessi. Per tale motivo con loro devono essere messe in campo procedure ed accortezze che limitino il problema.

Se si considera che degli oltre 700 animali ricoverati nel 2019, circa 400 erano soggetti bisognosi di questo tipo di cure, è facile immaginare la mole di lavoro che giornalmente operatori e volontari Lipu si trovano ad affrontare.

E tutto potendo contare esclusivamente su contributi e donazioni spontanee. Una situazione non più sostenibile, come da lungo tempo la Lipu dichiara. Ma la sensazione è di essere giunti quasi al capolinea. “Il 2020 – avvertono Pepponi e Brusconi – si preannuncia un anno ‘horribilis’. Tra due mesi, con la schiusa delle uova e la nidificazione, questo centro vedrà un’impennata di arrivi e se non interviene qualche novità si rischia di esplodere”. L’auspicio è che un contributo straordinario da parte della Regione possa tamponare la situazione. Anche se le speranze per il Centro sono riposte su un progetto di più ampio respiro, concordato con l’Amministrazione comunale di Castiglione del Lago, che prevede il recupero e la riqualificazione della fascia naturalistica in cui insiste la struttura. Un progetto su cui si conta per poter far finalmente decollare il Centro, rendendolo autosufficiente e pienamente operativo.

Il Centro Lipu Umbria non è solo recupero ma educazione ambientale, campi estivi, monitoraggi e censimenti, didattica nelle scuole, corsi.

Vi operano un veterinario (Massimo Balducci), una biologa (Federica Tagliavia), una naturalista (Marta Duca) e Tiziana Brusconi, addetta alle prime cure. Oltre ad un gruppo di venti volontari.

Nell’anno 2019 ha ospitato oltre 2000 ragazzi di età scolare ed organizzato varie manifestazioni e corsi che hanno abbracciato diversi target: dalla famiglia, ai fotografi naturalisti e birdwatcher. Le numerose liberazioni pubbliche di rapaci, che anche nell’anno 2019 sono state effettuate, sono motivo di scoperta ed emozioni che ogni volta richiamano centinaia di persone da tutta la regione.

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