Chirurgia estetica, la blefaroplastica non conosce crisi

blefaroplastica

È il terzo intervento chirurgico con finalità estetiche più praticato al mondo, con oltre un milione e 200mila gli interventi rilevati (dati Isaps). Anche in Italia, dopo aumento del seno e liposuzione, il più richiesto è il ringiovanimento dello sguardo, la blefaroplastica.

«Gli occhi sono considerati lo specchio dell’anima e per questo sia uomini sia donne ricorrono al bisturi per avere uno sguardo più fresco e giovane. Inoltre le nuove tecniche di intervento hanno reso la blefaroplastica ancora più sicura e meno invasiva, riducendo di molto i tempi di recupero», premette Patrizia Gilardino, chirurgo estetico milanese.

Oltre a trasmettere sensazioni e stati d’animo, gli occhi sono anche l’area del nostro volto che maggiormente risente del passare degli anni. «Una palpebra cadente o la presenza di borse persistenti conferiscono un’aria stanca, accentuando le rughe e trasmettendo una sensazione di pesantezza», continua la specialista. «È per questo che attorno agli occhi sono concentrate molte attenzioni. Noto che tra i miei pazienti si tende a tollerare con più facilità un piccolo difetto fisico rispetto a una borsa segnata. Da operazione osservata da lontano con un po’ di diffidenza, la blefaroplastica è diventata un intervento evergreen, negli ultimi anni non ha conosciuto particolari cali nelle richieste, confermandosi sempre tra quelli maggiormente accettati dalle donne e dagli uomini».

Di cosa si tratta? «Esistono due tipologie di blefaroplastica: quella superiore e quella inferiore», spiega Gilardino. «Nella prima si interviene sulla palpebra eliminando la pelle in eccesso e andando a contrastare il cedimento del sopracciglio. Nel caso invece della blefaroplastica inferiore, intervento praticato oggi con l’innovativo approccio transcongiuntivale, è possibile cancellare le fastidiose borse ed eliminare anche in questo caso la pelle in eccesso che tende a formarsi dando quel senso di stanco allo sguardo». Parliamo di un intervento chirurgico che non deve spaventare. Precisa la specialista: «È un intervento che, grazie alle nuove tecniche, richiede tempi di recupero estremamente ridotti: in poco più di una settimana è possibile tornare tranquillamente alla propria vita sociale».

Da cosa dipende l’invecchiamento dello sguardo? «L’età non è l’unico fattore. Il rilassamento cutaneo e lo svuotamento dei tessuti possono dipendere anche da una certa predisposizione genetica», risponde la specialista. «Ci sono soggetti che manifestano fin prima dei 40 anni borse accentuate; queste non dipendono ovviamente dall’età anagrafica, quanto da fattori costituzionali, magari aggravati anche da stili di vita non corretti. Prevenire è possibile: «Serve una cura quotidiana tenendo pulita la pelle, utilizzando delle creme idratanti, ma facendo ricorso agli occhiali da sole quando si sta in zone dove il sole è particolarmente forte, come per esempio in spiaggia o su una pista da sci. Sono semplici accortezze che aiutano a mantenere il nostro sguardo giovane».

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