Il cicloturismo italiano continua a crescere e a rappresentare una delle principali tendenze del turismo nazionale. Secondo i dati del Rapporto “Viaggiare con la bici 2025”, presentato oggi al Forum del Cicloturismo di Bologna, il cicloturismo ha registrato 89 milioni di presenze nel 2024, con un incremento del 54% rispetto all’anno precedente. Un fenomeno in forte espansione che ha generato un impatto economico di quasi 9,8 miliardi di euro.
Realizzato da Isnart-Unioncamere per l’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio, in collaborazione con Legambiente, il rapporto conferma il crescente ruolo del cicloturismo nel panorama turistico italiano, che si conferma un vero e proprio volano di sviluppo per le aree interne del Paese. “Il cicloturismo non è più solo per appassionati, ma è diventato una esperienza turistica trasversale che attira anche un pubblico più ampio, dalla generazione millenial alle generazioni più adulte”, ha commentato Loretta Credaro, Presidente di Isnart.
Un Trend in Crescita
Il cicloturismo rappresenta oltre il 10% dei turisti in Italia, con una forte incidenza della fascia di età tra i 30 e i 44 anni, che costituisce il 47,7% della domanda. Un dato significativo è che il 63,1% dei cicloturisti si affida alla rete internet per organizzare il proprio viaggio, con una predilezione per le informazioni online, i social e i blog specializzati. Questo comportamento sottolinea l’importanza crescente della digitalizzazione nel settore del cicloturismo.
Anche la spesa media del cicloturista è in aumento, con una crescente capacità di spesa da parte degli stranieri che, nel 2024, hanno speso in media 132 € al giorno, rispetto ai 104 € dell’anno precedente. Gli alloggi più scelti sono gli hotel (53,1%) e i B&B (19,5%).
L’impatto economico nelle aree interne
Una delle principali scoperte del rapporto riguarda il ruolo del cicloturismo come strumento di valorizzazione delle aree interne del Paese. “Il cicloturismo ha portato nuova economia in luoghi segnati dal declino demografico, dando opportunità a giovani di restare o tornare, di avviare attività imprenditoriali e di rafforzare l’identità locale”, ha dichiarato Sebastiano Venneri, responsabile Turismo di Legambiente. In particolare, dalle regioni del Sud e delle aree interne, emerge un fenomeno di rinascita socioeconomica che trova nel cicloturismo una chiave di sviluppo e di riqualificazione.
Le ciclovie italiane
Il rapporto ha anche monitorato la domanda nelle 10 ciclovie e ciclo-itinerari regionali più rappresentativi: dalla Liguria alla Sicilia, passando per Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Campania, Calabria e Puglia. Tra le aree più apprezzate dal cicloturista, emerge la Toscana, dove la Ciclovia dei Castelli ha registrato una forte partecipazione femminile (63% dei cicloturisti). In generale, c’è stato un rafforzamento della componente femminile lungo le ciclovie, in particolare nelle regioni del Sud e del Centro.
Le sfide per il futuro
Nonostante i risultati positivi, il rapporto evidenzia la necessità di politiche di sistema per sostenere la crescita del cicloturismo. In particolare, si sottolinea l’importanza di investire nella sicurezza dei cicloturisti, di potenziare il Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche e di semplificare la regolamentazione della figura della guida cicloturistica. “Senza una visione coordinata a livello nazionale, rischiamo di perdere opportunità di sviluppo per il cicloturismo italiano”, ha sottolineato Pinar Pinzuti, direttrice della Fiera del Cicloturismo.
Il Rapporto “Viaggiare con la bici 2025” conferma il cicloturismo come una delle forme di turismo con il maggior potenziale di crescita in Italia. Con il supporto delle istituzioni e delle imprese locali, il cicloturismo potrebbe diventare un motore ancora più potente di crescita economica e di sviluppo sostenibile, portando valore alle aree più lontane dalle tradizionali mete turistiche.
Il cicloturismo, infatti, non è solo una tendenza, ma una vera e propria opportunità per valorizzare il territorio, promuovere la sostenibilità e stimolare l’occupazione nelle aree interne del Paese.