Città di Castello: sempre più tartufai teenager e donne

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In Umbria aumenta sempre più il numero di donne e giovani tartufai: a qualche giorno dall’apertura ufficiale della stagione, domenica 29 settembre 2019, la cava del tartufo non è più uno sport per pensionati. Giovani e donne, armati di vanghino e con l’inseparabile cane, stanno sostituendo la figura del vecchio tartufaio anche in una delle capitali italiane della trifola, Città di Castello, che conta una densità altissima di tartufai, quasi uno ogni dieci abitanti.
I dati di Comunità Montana ed Afor indicano che nel comprensorio i tartufai con tesserino sono oltre 2200, con un incremento del 4% rispetto all’anno precedente, destinato ad incrementarsi con i risultati degli esami attualmente in corso e riconducibile all’aumento delle richieste da parte di minori e di donne. A questo popolo si affianca un esercito di circa cinquemila cani:  bracchi, bracchi-pointer, lagotti, meticci, razze selezionate per diventare autentici campioni della ricerca ed essere inseparabili compagni di viaggio per il tartufaio.
In Alto Tevere se ne conta una media di due per ogni cercatore e, come la trifola, se ben addestrati, possono valere cifre a tre zeri. Giovane e donna: è questo l’identikit del tartufaio del futuro. La notizia arriva mentre è già in moto la macchina della Mostra del tartufo bianco, che festeggerà le 40 edizioni tra 1 e 3 novembre 2019, ed imperversa il pronostico sulla stagione della trifola, ormai alle porte: “La pioggia e sole dell’estate ci fanno sognare: è il clima ideale per grandi quantità e grandi pezzature” dicono il presidente dell’Associazione Tartufai Alessandro Ghigi e il segretario Italo Bianchini, ricordando che la legge del mercato farà il resto: “Abbiamo vissuto stagioni dove trovare una piccola trifola era già un successo con prezzi a tre zeri per un chilo di tartufo. Questa annata, se le attese saranno rispettate, sarà invece low cost, con buon tartufo ad un costo accessibile”.
Delle 4 tonnellate di tartufo che l’Umbria annualmente produce, secondo i dati del 2011, 1,4 tonnellate sono di bianco e vengono prevalentemente dall’Alta Valle del Tevere, che ha una vocazione per la trifola: “Andare a tartufi oggi non è solo tradizione. Alcuni ragazzi hanno iniziato con il nonno, uno zio, il padre. Oggi i giovani stanno riscoprendo questa pratica, che in tempi di crisi funziona anche come integratore al reddito. Quest’anno sembra che di tartufo ce ne sarà per chiunque sappia cercare, quindi non vediamo l’ora di lanciare i cani ed aspettare che trovino il punto giusto dove usare il vanghino”.
“Una ragione in più per venire a Città di Castello nei giorni della Mostra, che propone mercati, showcooking, degustazioni e un cibo creato appositamente per il 40° che per ora non sveleremo” aggiungono l’associazione e il Comune di Città di Castello promotori dell’evento, annunciando la trasferta di Fico dove “a metà ottobre la mostra numero 40 verrà presentata insieme ai partner di questo illustre compleanno, tra cui l’associazione Città del Tartufo  con cui stiamo promuovendo la campagna per il riconoscimento Unesco”.

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