A Civitella del Lago presentata la Monna Lisa dei mappamondi

missinne mappamondo di leonardo

Una conferenza destinata a sconvolgere la concezione del Rinascimento come fino ad ora inteso: questa la portata dell’intervento del prof. Stefaan Missinne a Civitella del Lago sul mappamondo di Leonardo.

Tali e tanti sono stati i dettagli che nel corso di sei anni, come un novello Sherlock Holmes, il prof. Stefaan Missinne ha minuziosamente collezionato. Frutto di intense ricerche e studi, i risultati di tale mole di lavoro sono stati presentati in anteprima nazionale  a Civitella del Lago (TR), in occasione di una affollatissima conferenza sul globo realizzato con uova di struzzo, durante la quale il professore belga ha rivelato le sue conclusioni a dir poco eclatanti.

I dettagli di tali studi, già pubblicati nel suo volume “The Da Vinci Globe”, sono stati illustrati in occasione della conferenza di ieri 22 agosto, organizzata dall’Associazione Culturale CivitellArte, dall’Associazione Roberto Almagià e dal Comune di Baschi e patrocinata dalla Regione Umbria,  Provincia di Terni, Cambridge Scholars Publishing,  Museo Ovo Pinto, Rete Musei Umbria Lazio e sponsorizzata da Liberovo, azienda agricola locale che produce uova biologiche da allevamenti in libertà.

Il Mappamondo di Leonardo è un piccolo manufatto italiano di 11 cm. di diametro, di inestimabile valore, databile al 1504 e scoperto dal prof. Missinne a Londra nel 2012 in occasione di una fiera cartografica. Non ha alcun sostegno ed è composto dalle due metà tondeggianti di due uova di struzzo, provenienti dall’antica Struzzeria una volta presente nei giardini del castello Visconteo di Pavia, unite a formare una sfera ed incise con inchiostro nero-bluastro. Questo mappamondo, su cui non compare la tradizionale croce, è da ritenersi un oggetto profano che pone di fronte ad un concetto del tutto nuovo nell’ambito degli studi sul Rinascimento italiano: esso testimonia infatti la più antica rappresentazione del Nuovo Mondo, nella sua parte centro-meridionale, su di un oggetto che possa essere tenuto sul palmo di una mano.

Il globo di Leonardo è il primo mappamondo su cui si possano trovare incisi i nomi di nazioni come, tra le altre, l’Italia, il Brasile, La Germania, la Gallia, la Russia, l’Anglia, la Scozia, l’Armenia e la Giudea; presenta i nomi di 73 luoghi, per la maggior parte del continente asiatico, ed una frase: “hic sunt dracones”. Il mappamondo ha l’asse verticale, è realizzato in scala 1:80.000.000 e rispetta le misure del mondo calcolate dallo stesso Leonardo.

I gusci formanti il globo hanno perso più del 50% della loro densità ed accusano una corrosione dovuta a sostanze acide. Il mappamondo presenta al suo interno, alla base, un peso addizionale composto di calcio e albume d’uovo allo scopo di far assumere al manufatto l’esatta posizione una volta posto su un piano: lo stesso sistema di pesi all’interno di una sfera è stato disegnato da Leonardo in alcuni suoi appunti.

Ma è sul confronto con il famoso Mappamondo Lenox, costudito nella New York Public Library che il prof. Missinne rilascia delle dichiarazioni che cambieranno la concezione del Rinascimento italiano: il mappamondo Lenox, realizzato in rame rosso, non presenta alcuna traccia di patine o ossidazioni, è datato anch’esso 1504 ed è la riproduzione fedele del mappamondo di cui stiamo trattando. Il mappamondo di Leonardo presenta, sul suo emisfero inferiore, la traccia di una goccia di rame, come uno schizzo accidentale, in corrispondenza del quale è stato trovato dell’arsenico: proprio di arsenico parla Leonardo come sostanza che, se aggiunta al rame, ne impedisce l’ossidazione e l’opacizzazione; da qui la tesi del prof. Missinne che ritiene il piccolo mappamondo creato con le uova il bozzetto preparatorio del mappamondo Lenox che sarebbe quindi, a sua volta, nato dalle mani di Leonardo da Vinci.

L’uovo è stato inciso da un mancino, come tutti sanno Leonardo lo era, e rispetta la misura di 7.000 miglia nautiche di diametro, proprio la misura che solamente Leonardo indica come circonferenza del mondo in ben due suoi scritti; altresì, la rappresentazione cartografica, la raffigurazione dei rilievi e le loro ombreggiature, la calligrafia, lo stile di scrittura, i contatti con Amerigo Vespucci non fanno altro che concordare verso la tesi che Leonardo fosse a conoscenza della scoperta del Nuovo Mondo del quale ha inteso riprodurre su un globo le terre appena conosciute.

Dettagli quali la capigliatura del marinaio raffigurato in acqua, il mostro marino riprodotto sull’emisfero sud, i flussi delle correnti ed i movimenti delle acque non fanno che condurre, ancora una volta, verso Leonardo e la sua geniale curiosità.

Benedetta Tintillini

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