Covid 19, la situazione in Umbria all’alba della fase 2

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Tra attendisti e decisionisti anche l’Umbra si appresta ad affrontare la fase 2 dell’epidemia da Covid 19. Ma qual è la reale situazione nella regione? Risposta non facile nel dettaglio, come non facile è lo stabilire regole di sicurezza, dettare norme di comportamento adeguate e, come altrettanto non facile, è seguirle pedissequamente.

Gli umbri si sono sentiti alla stregua di virtuosi miracolati in una regione in cui, grazie anche al tessuto costituito da piccoli centri urbani (e, diciamolo, gli scarsi collegamenti), anche il coronavirus non ha conosciuto una diffusione ampia e devastante come in alcune regioni del nord.

Con la presidente di regione in testa abbiamo reclamato a gran voce il diritto di ricominciare a lavorare e ad uscire grazie al nostro comportamento virtuoso fino a che il governo ci ha comunicato di essere, nonostante gli abitanti non ne abbiano la benché minima percezione, insieme a Lombardia (l’Umbria potenzialmente infetta COME la Lombardia???) e Molise (idem…), tra i “sorvegliati speciali”.

Ma attenzione: il tallone d’Achille dell’Umbria non è rappresentato dagli infetti (che attualmente sono 94), ma dal famigerato parametro R con zero che, nella nostra regione, è attualmente pari a 1,23.

Dall’inizio dell’epidemia i deceduti in Umbria sono stati 73 e, come detto, gli attuali infetti sono 94 su quasi 900 mila abitanti (vedi QUI i dati aggiornati) molti dei quali trovati in provincia di Terni grazie allo screening a tappeto (sarà per questo che il paramentro R con zero ci penalizza?) che l’ospedale di Terni ha eseguito e continua ad eseguire, per garantire l’incolumità di tutti, sui malati covid e non, gli operatori sanitari e tutto il personale che a vario titolo varca le soglie del nosocomio, mentre non sono ammessi dall’esterno visitatori ed accompagnatori di chi va in ospedale per visite o esami. La stessa procedura non è stata attuata finora dall’ospedale di Perugia.

Un brutto esempio, purtroppo, è stato dato dai cittadini di Gubbio che, dovendo rinunciare alla celeberrima Corsa dei Ceri in onore del patrono Sant’Ubaldo, hanno pensato bene di rendere onore al Santo riversandosi in strada, bevendo e riunendosi alla faccia delle mascherine e del distanziamento sociale. A questo proposito il Sindaco di Gubbio, Mario Stirati, ha puntualizzato che “Le Forze dell’Ordine, in collaborazione con la nostra Polizia Municipale, stanno svolgendo una intensa fase istruttoria a seguito dell’indagine relativa ai fatti incresciosi che si sono verificati in città. Sono stati già individuati in gran parte i responsabili delle violazioni delle disposizioni in materia di contenimento del contagio da coronavirus per i quali scatteranno le conseguenti misure di ordine amministrativo e sanitario” … e viva Sant’Ubaldo.

Le strutture sanitarie della regione sono state perfettamente in grado di fare fronte all’epidemia grazie anche al piano anti Covid 19 che, tra gli altri provvedimenti, ha designato l’ospedale di Pantalla come luogo deputato a ricevere i malati infetti da coronavirus non gravemente sintomatici.

L’Umbria resta comunque finora, a parte l’evento spot di Gubbio che ha coinvolto solo i ceraioli accaniti, una regione “tranquilla” per quanto riguarda la gestione della pandemia. La morfologia della regione, gli ampi spazi, i piccoli borghi e la natura che la caratterizza sono, e ci auguriamo saranno, la sua bellezza e la sua garanzia di salubrità.

Benedetta Tintillini

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