A Terni il Palazzo Montani Leoni, situato in Corso Tacito 49, ospita un’ampia rassegna dedicata all’Impressionismo, intitolata “Da Degas a Boldini. Uno sguardo sull’Impressionismo tra Francia e Italia”. L’evento, curato da Anna Ciccarelli e Pierluigi Carofano, è promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni nell’ambito delle sue tradizionali ‘grandi mostre’. Aperta il 16 aprile, la mostra (info: 0744421330 sito ufficiale: http://www.fondazionecarit.it) è visitabile gratuitamente fino al 29 giugno 2025, dal martedì alla domenica, con orario 10-13 e 15-19.30.
L’esposizione intende celebrare sia la vivace stagione impressionista francese, a oltre 150 anni dalla sua nascita ufficiale, datata 15 aprile 1874 a Parigi, sia, soprattutto, il contributo fondamentale degli artisti italiani che, tra la metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, hanno interpretato e arricchito questo movimento. La rassegna si propone di restituire il giusto riconoscimento a figure di spicco del panorama artistico italiano, la cui fama è stata talvolta oscurata dal successo dominante della corrente francese.
Attraverso 44 opere, tra sculture, dipinti e scritti, provenienti da prestigiosi musei nazionali e internazionali, collezioni di fondazioni bancarie e istituti di credito, il percorso espositivo mette in luce come l’Impressionismo, pur sviluppatosi a Parigi negli anni ’70 dell’Ottocento, abbia suscitato immediato interesse in tutta Europa, trovando in Italia interpreti originali come Federico Zandomeneghi, Giuseppe De Nittis e i Macchiaioli.
La mostra evidenzia il contesto post-unitario italiano, caratterizzato da una ricezione più lenta della nuova corrente francese. Tuttavia, molti artisti italiani furono attratti dalla modernità e dall’apertura del pensiero parigino. Parallelamente, il movimento dei Macchiaioli, contemporaneo agli albori dell’Impressionismo, presenta analogie metodologiche, tematiche e stilistiche nella ricerca della luminosità naturale attraverso la “macchia”, pur distinguendosi per il contesto sociale e territoriale.
La rassegna esplora la fase successiva, con artisti come Boldini, Zandomeneghi e De Nittis, definiti ‘impressionisti franco-italiani’ per i loro prolungati soggiorni a Parigi, e la persistenza di una tradizione tardo-impressionista in Italia nei primi decenni del Novecento, influenzata da Monet, Renoir e Cézanne, e rappresentata da figure come Francesco Filippini ed Emilio Gola.
“La mostra – si legge nella nota stampa – apre con uno dei capofila della scuola di Barbizon, Jean-Baptiste-Camille Corot e prosegue, soltanto per anticipare alcuni nomi, con Berthe Morisot, le cui tre opere qui esposte provengono direttamente dalla mostra appena chiusa a Torino e dal Musée Famm, The Levett Collection di Mougins e Edgar Degas dalla Gnam di Roma. E poi ci sono Les Italiens de Paris, che vissero e furono attivi nella Parigi dell’ultimo quarto del XIX secolo, durante la cosiddetta Belle Époque, quando la capitale francese era il centro propulsore dell’arte a livello mondiale. Giuseppe De Nittis dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo; Vittorio Matteo Corcos dal Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno; Giovanni Boldini dalla Bpm; Emilio Gola dalle Gallerie d’Italia; Federico Zandomeneghi e Antonio Mancini da importanti collezioni private. Non manca certamente la scultura: oltre ai due bronzi di Degas della Gnam, una bellissima opera in cera di Medardo Rosso, massimo rappresentante della scultura moderna italiana, grazie al prestito del Mart di Rovereto. Un’attenzione particolare è dedicata anche alla scultura, con due bronzi di Degas, Gnam, e una significativa opera in cera di Medardo Rosso, Mart di Rovereto, massimo esponente della scultura moderna italiana.”
A conclusione della mostra, un ‘omaggio agli impressionisti francesi’ è reso attraverso le opere di due importanti artisti contemporanei italiani: Mario Schifano e Tano Festa.
Maria Vittoria Grotteschi