A Dargen D’Amico il Premio Amnesty International Italia 2025 con “Onda alta”

dargen d'amico

Il brano sull’umanità delle migrazioni di Dargen D’Amico trionfa nella sezione Big. Un riconoscimento che unisce arte e impegno civile, nel 50° anniversario di Amnesty International Italia.

È “Onda alta” di Dargen D’Amico il brano vincitore del 23° Premio Amnesty International Italia per la sezione Big, promosso da Amnesty International Italia insieme all’associazione Voci per la Libertà. Un riconoscimento assegnato alla miglior canzone sui diritti umani pubblicata nel corso dell’anno precedente da un artista di primo piano della scena italiana.

Il brano, scritto da Cheope, D’Amico, Roberts, Marletta e Fazio, ha saputo raccontare con intensità poetica e profondità sociale il dramma delle migrazioni via mare, dando voce a chi lascia tutto nella speranza di un futuro. Una narrazione che rifiuta ogni semplificazione, scegliendo invece il rispetto, l’empatia e la memoria.

Un testo che restituisce dignità

“Onda alta” si muove tra pop ed elettronica, ma il cuore del pezzo è il testo: uno sguardo umano, non pietistico, su ciò che spesso viene ridotto a cronaca o numeri. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, ha commentato:

“In un’epoca di confini chiusi e paure alimentate, ‘Onda alta’ rimette al centro la persona. Racconta il coraggio di chi non ha più nulla da perdere, la forza di chi affronta l’ignoto per sopravvivere. È un invito a superare i pregiudizi e a costruire un mondo più giusto”.

Con questo riconoscimento, il brano di D’Amico si unisce a una lunga serie di canzoni che hanno fatto della musica un mezzo per riflettere, interrogarsi, denunciare. Un premio che arriva in un anno particolarmente simbolico, in cui Amnesty International Italia celebra 50 anni di attività per la difesa dei diritti umani.

L’artista: “Il premio va a chi lotta, non a chi scrive”

In occasione della premiazione, Dargen D’Amico ha espresso la sua gratitudine, sottolineando il valore collettivo del gesto artistico:

“La società concentra tutto nelle mani di pochi. Se c’è un premio, dovrebbe andare alle vittime dei sacrifici. E se non possono ritirarlo, va a chi è ogni giorno sul campo, nel tentativo di alleviare le sofferenze altrui. Il coraggio è di chi trasforma la propria volontà in solidarietà”.

In arrivo la finale della sezione Emergenti

Intanto, prosegue anche il percorso della sezione Emergenti del Premio, che vedrà i suoi finalisti sfidarsi a Rovigo dal 18 al 20 luglio, durante la 28ª edizione del festival “Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty”.

I semifinalisti sono:

Venerdì 18 luglio:

  • Andrea Kabo – 100 Anime (Milano)

  • Lady Sox – Senza ragione (Pisa)

  • Manuela Zero – Le carezze di Giulio (Napoli)

  • Stona – Puntine (Alessandria)

Sabato 19 luglio:

  • Giovanni Segreti Bruno – Notre Drame (Roma)

  • Manù Squillante – Vizi e virtù (Salerno)

  • Margine – Io Capitano (Pesaro)

  • Samsara – Destini diversi (Bologna)

I migliori cinque accederanno alla finale di domenica 20 luglio. La tre giorni si inserisce all’interno della Settimana dei Diritti Umani, che dal 14 al 21 luglio porterà a Rovigo incontri, talk, concerti e attività culturali gratuite, trasformando la città in un laboratorio vivo di cultura e partecipazione.

Gli altri candidati nella sezione Big

In lizza per il Premio 2025 c’erano anche:

  • Arisa – Canta ancora

  • Assalti Frontali feat. Luca D’Aversa – Il mio nome è Lala

  • Martina Attili – Eva e Adamo

  • BigMama – La rabbia non ti basta

  • Vasco Brondi – Un segno di vita

  • Ghali – Casa mia

  • Paolo Jannacci e Stefano Massini – L’uomo nel lampo

  • Fiorella Mannoia – Disobbedire

  • Piero Pelù – Scacciamali

La giuria era composta da oltre 60 figure del mondo culturale, giornalistico e radiofonico, tra cui Claudio Agostoni, Angela Calvini, Valerio Corzani, Silvia D’Onghia, Enrico de Angelis, Luigi Manconi, Francesca Milano, Riccardo Noury, John Vignola e Savino Zaba.

Una tradizione che parla di coscienza

Negli anni, il Premio Amnesty International Italia ha visto trionfare brani che hanno segnato la storia della canzone d’autore impegnata: da Il mio nemico di Daniele Silvestri a Rwanda di Paola Turci, da L’uomo nero di Brunori Sas a La mia terra di Diodato, fino a Severodonetsk di Manuel Agnelli.

“Onda alta” entra oggi in questo elenco, a ricordare che la musica, quando sa farsi racconto e testimonianza, può contribuire a cambiare la narrazione. Può dare voce a chi spesso non ce l’ha. Può diventare – come questa onda – un movimento di coscienza.

📍 Approfondimenti e aggiornamenti:
🌐 www.vociperlaliberta.it

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