Manifesto 68: con Pasolini ha preso il via il Festival di Corciano

festival di corciano

Nel borgo Medievale di Corciano è proprio in questi giorni che ha preso vita il “Festival di Corciano” che si concluderà Lunedi 15 Agosto, festival che per tradizione con coraggio ed ambizione, ormai dal 1965, dà vita ad  eventi capaci di produrre arte e cultura.

Arte visuale, con mostre e rassegne d’arte, musica, letteratura, poesia e teatro con spettacoli originali di grande suggestione.

Giovedi 11 agosto è stato presentato “Manifesto ’68 – Dalla chiacchiera alla Parola “Un’idea di teatro per Pier Paolo Pasolini, attraverso uno dei suoi testi più “alti”, Porcile.

In una piccola piazzetta di questo borgo fermo nel tempo c’è una platea disposta a cerchio e gli attori che, come in un rito antico (un “rito culturale”) sono disposti al centro, per tenergli sempre addosso  gli occhi, come mi spiega il regista Samuele Chiovoloni, che con l’Associazione Culturale Argo ha messo in vita questo spettacolo.

Rappresentazione spiazzante come lo era Pasolini… mettendo in scena la tragedia di Julian, un giovane che vive la propria morbosità fino in fondo e ne paga le conseguenze più amare e aspre… eroe? … grande perdente?… è la sua storia e lui, Julian, è il protagonista.

“Questo spettacolo Manifesto 68 è proprio il progetto di Pasolini  che – come dice il regista – fonda il progetto culturale Poetico Politico Polemico, la tre P della sua poetica che che equivalgono alle “sue” tre P, dove l’autore racconta l’Utopia  di opporsi parimenti al teatro della chiacchiera che rappresentava il teatro ufficiale con i suoi rappresentati quali Visconti e Strehler, ma anche alle nuove avanguardie che arrivavano dagli Stati Uniti, che Pasolini riconosce come “mele marce”. Felice eccezione italiana solo Carmelo Bene;  espone così l’idea del Teatro di Parola, teatro asciutto, rigoroso dove la parola e di conseguenza le idee sono le protagoniste privilegiate”; è qui che si incastra questo spettacolo che ha fatto vivere e rivivere un Pasolini puro, una “costruzione pratica”  di quello che poteva essere un modello del teatro della parola, rimasto nient0altro che un Utopia Pasoliniana.

Sonia Lustrino

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