Firenze, un film: il romanzo di Riccardo Lestini in tour tra Umbria e Toscana

firenze un film

Dopo il lungo periodo di emergenza sanitaria legato al covid-19 che ha annullato tutti gli appuntamenti programmati, Riccardo Lestini nel mese di agosto si mette in tour per presentare il suo romanzo “Firenze, un film”. E lo fa girando e toccando librerie, spazi culturali, Festival di Umbria e Toscana per raccontare le storie del suo libro per far riflettere sulle nostre periferie non solo fisiche, ma anche sociali. I primi appuntamenti in programma sono: il 2 agosto a Passignano sul Trasimeno (PG), presso la Rocca Medievale; il 4 agosto a Pontedera (PI), presso la Libreria Equilibri, il 22 agosto a Piegaro (PG), in collaborazione con l’Associazione Il Borgo; il 28 agosto a Cortona (AR), Chiostro Sant’Agostino; il 30 agosto a Deruta (PG), nell’ambito del Deruta BookFest.

La Firenze che non ti aspetti, quella nascosta, sotterranea e maledetta, che non trovi sulle cartoline né sulle guide turistiche. Quella feroce degli anfratti sconosciuti di certe vie del centro, della noia, dell’ipocrisia, dell’angoscia delle periferie. La Firenze più autentica e vera, unta di lampredotto e bestemmie, arrabbiata e superba, sboccata e principesca, che riesce a svelare un universo sommerso.

Questa volta, dunque, attraverso il romanzo “Firenze, un film” (edizioni fogliodivia) l’autore racconta quindici storie, quindici frammenti di disperata normalità che, in un’anonima giornata d’inverno, si intrecciano, si sfiorano, si guardano. Una drammatica storia di violenza, un netturbino furioso con il mondo, una prostituta piena di incubi, un senza tetto innamorato, una donna impantanata in un amore sbagliato, un sedicenne col cuore a pezzi, dei genitori in ansia per il loro figlio ricoverato in ospedale. E su tutti un ragazzo che gira le strade con la videocamera convinto che ci sia un film nascosto dietro ogni mattino, che il mondo sia un gigantesco concerto di ostriche e che, a spolparlo per bene, prima o poi deve per forza saltar fuori la Perla…
Dopo il successo de “Il Piccolo Principe è morto”, l’autore umbro di nascita e fiorentino di adozione, attraverso un romanzo duro, tragico, potente, ci aiuta ad esplorare le periferie, ad alzare la polvere addomesticata sotto i tappetini. E ci parla di vita, di storie stropicciate, di persone che ci vivono accanto e di cui spesso ignoriamo persino come si chiamano.

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