GEA: a Pistoia un convegno sui diritti della natura

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A Pistoia venerdì 19 maggio, alle ore 9.30 GEA Green Economy and Agriculture – Centro per la Ricerca della Fondazione Caript riunisce antropologi e antropologhe, giuristi e giuriste, filosofe, paesaggisti e architetti. Iscrizione sul sito.

Le piante sono esseri intelligenti? Alberi, fiori e vegetali provano sensazioni? Quale ruolo hanno nel nostro pianeta? Hanno “un’anima”? Quindi è giusto che abbiano diritti? In un mondo sempre più antropocentrico, che ha mostrato grandi limiti nel garantire la sopravvivenza futura dell’homo sapiens e delle altre specie viventi, si impone oggi una riflessione epocale e complessa che necessariamente deve coinvolgere discipline diverse del sapere.

Gli studiosi e le studiose invitate discuteranno nello specifico del tema dei diritti della natura: occorre attribuire diritti formali a piante, animali, montagne e fiumi come sta avvenendo in Paesi come l’Australia e la Nuova Zelanda? Oppure è bene puntare sulla responsabilità degli esseri umani nei loro confronti?

Nel pomeriggio i risultati saranno condivisi e dibattuti in una tavola rotonda, aperta liberamente al pubblico, coordinata dall’antropologo Adriano Favole, che si concluderà con una performance, anch’essa a ingresso libero, nel Parco, una lettura scenica con l’attrice Aura Ghezzi dal titolo Senza vivere senza – il racconto della Mortella.

Questa giornata di studi è realizzata in collaborazione con il festival di antropologia del contemporaneo Dialoghi di Pistoia dedicato quest’anno al tema Umani e non umani. Noi siamo natura che si terrà a Pistoia da venerdì 26 a domenica 28 maggio.

«Abbiamo voluto mettere in dialogo studiosi e studiose di differenti discipline – dichiara Giovanni Palchetti, presidente di GEA – per approfondire da un lato le modalità, le ragioni e l’opportunità di estendere anche ai non-umani diritti finora riservati solo agli esseri umani in modo formale (nelle Carte costituzionali per esempio) in un’epoca in cui la rassicurante distinzione tra natura e cultura conosce una profonda crisi. D’altro lato si vorrebbero esplorare le modalità mediante cui società di diverse parti del mondo hanno assicurato “diritti informali” ai non umani, attraverso pratiche di responsabilizzazione dell’azione umana e attraverso l’estensione di aspetti dell’umano anche ad altri esseri della natura».

Nell’orizzonte attuale della natura, snaturata dall’intervento umano e da tutto quanto ne consegue, la filosofa morale Laura Boella proporrà l’idea della possibilità di un’empatia con la natura, non solo estetica ma in atto e in pratica, sostenendo la tesi che la natura non corrisponde alla concezione corrente di interconnessione tra umano e non umano.

Gli studi di Marcello Di Paola, storico della filosofia contemporanea dell’Università degli studi di Palermo, ruotano intorno alla filosofia del cambiamento climatico, delle piante, dei giardini, oltre

che all’etica, estetica e teoria politica dell’antropocene. Di Paola analizzerà i motivi e i modi di inclusione dei diritti delle piante all’interno del macchinario concettuale della filosofia dell’ambiente.

Lara Giordana, antropologa e docente di antropologia della natura all’università di Torino, condurrà in un percorso etnografico dalle isole del Pacifico alle montagne delle Alpi, per mostrare come società diverse da quelle occidentali abbiano sviluppato relazioni rispettose con i propri ambienti, basate su solidarietà e interdipendenza.

Anna Mastromarino, docente di diritto comparato all’Università di Torino, si occupa di processi nel diritto pubblico, di garanzia di diritti nei contesti di conflitto e di federalismo. Sosterrà la tesi che nonostante si parli sempre più spesso di costituzionalismo ecologico, gli strumenti giuridici messi in campo, di cui le singole costituzioni sono manifestazione, sono espressione delle diverse culture e quindi anche di un diverso modo di intendere la relazione essere umano-natura.

Barbara Pozzo, docente di diritto privato comparato all’Università degli Studi dell’Insubria, spiegherà come l’introduzione della tutela ambientale nel testo della Costituzione italiana avrà forti implicazioni anche in ambito privatistico, con particolare riferimento al valore ambiente e alle future generazioni, dove lo strumento della responsabilità civile ha trovato nuovo terreno per imputare danni ai responsabili.

Di chi è il vento? A questo interrogativo suggestivo cercherà di rispondere l’antropologo Francesco Zanotelli, docente di metodologia della ricerca etnografica e antropologia medica.

Ci parlerà degli Ikoots del sud del Messico, e della loro secolare relazione con i venti basata sull’idea di co-essenza. La lotta che conducono contro la minaccia dei parchi eolici fa esplodere le contraddizioni del pluralismo giuridico messicano, che concepisce il diritto all’autonomia dei popoli indigeni ma è incapace di regolare un nuovo processo di colonizzazione della natura.

Alla, tavola rotonda, condotta dall’antropologo culturale Adriano Favole, che si terrà nel pomeriggio interverranno: Flavia Cuturi, docente di antropologia culturale all’Università di Napoli L’Orientale, Gabriele Paolinelli, docente di architettura del paesaggio all’Università di Firenze, Giovanni Tarli Barbieri, docente di diritto costituzionale e prorettore all’Università di Firenze, Cecilia Turco, presidente dell’Ordine degli avvocati di Pistoia.

A conclusione, nel Parco, Aura Ghezzi sarà protagonista di Senza vivere senza, una lettura scenica della Fiaba della Mortella, nome popolare del mirto. Su testo drammaturgico di Tolja Djokovic, che cura anche la regia della performance, metterà in scena la comparsa magica e la rinascita della pianta, e racconterà il mistero della passione potente che muove le persone verso la natura.

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