Mostre. A Gubbio “Dal lustro all’istoriato: Raffaello e la nuova maiolica”

raffaello maiolica

La Loggia dei Tiratori della Lana di Gubbio ha riaperto le sue porte al pubblico lo scorso weekend inaugurando la mostra “Dal lustro all’istoriato: Raffaello e la nuova maiolica” organizzata dalla Fondazione CariPerugia Arte e visitabile fino al 6 gennaio 2021.

Importante fu l’influsso dell’arte di Raffaello sulla produzione ceramica dal Cinquecento in poi grazie, e soprattutto, alle incisioni dei suoi disegni che proprio Raffaello commissionò intuendo il grande potenziale promozionale che avrebbe avuto la diffusione delle sue opere, agevolandone la conoscenza anche da parte di chi non poteva muoversi per ammirare gli originali.

Quale luogo se non Gubbio, importante centro di produzione della maiolica rinascimentale del ducato di Montefeltro di cui faceva parte, poteva ospitare una tale mostra dopo quella, splendida, già proposta dalla capitale dello stato di Federico e Guidobaldo.

I curatori Giulio Busti e Franco Cocchi, in collaborazione di Luca Pesante ed Ettore Sannipoli, hanno voluto illustrare, attraverso l’esposizione di circa centocinquanta opere, l’evoluzione dello stile decorativo delle ceramiche attraverso il tempo, partendo dalle maioliche derutesi della prima metà del Quattrocento che ritraevano soggetti ispirati dal Perugino e Pinturicchio, dal tipico colore quasi dorato che conferiva loro l’uso del lustro alla maniera derutese.

Una prima “rivoluzione” la apportò Mastro Giorgio Andreoli, come evidenzia la seconda sezione della mostra, che introdusse un uso del lustro tutto nuovo e quasi inimitabile, unendo la policromia dei soggetti alla brillantezza dei lustri, raggiungendo vette di estrema raffinatezza nell’ambito della produzione degli oggetti a “terzo fuoco”.

Il percorso culmina con una nutrita sezione che offre al pubblico una rilevante quantità di oggetti, da sottolineare sempre ad uso privato, peculiarità propria della ceramica, finemente decorati con scene di carattere mitologico, religioso, allegorico e storico di ispirazione più o meno dichiaratamente raffaellesca, per poi chiudersi con una sezione conclusiva che offre un compendio della produzione ispirata a Raffaello di epoca Otto e novecentesca a dimostrazione di come il genio urbinate non abbia mai cessato di influenzare il gusto attraverso i secoli.

Benedetta Tintillini

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