E’ stato ufficialmente attribuito al pittore olandese Hieronymus Bosch (1450-1516) il dipinto “La tentazione di Sant’Antonio”, databile tra il 1500 e il 1510, custodito da anni nei depositi del Nelson-Atkins Museum of Art di Kansas City (Usa).
L’attribuzione definitiva è stata annunciata dal Bosch Research and Conservation Project. Per lungo tempo si è pensato che l’opera fosse di un allievo della scuola del maestro fiammingo, ma gli esami a raggi infrarossi e altre indagini non invasive hanno rivelato invece che il quadro presenta elementi tipici della tecnica pittorica di Bosch.
Con grande ironia, nelle sue opere Bosch mise in scena i conflitti dell’uomo rispetto alle regole imposte dalla morale religiosa, quindi la caduta nel vizio e il destino infernale per redimersi dal quale appare il riferimento alle vite dei santi, attraverso l’imitazione della loro vita dedita alla meditazione anche se circondati dal male, sia nelle tavole con la Passione di Cristo, attraverso la meditazione sulle pene sofferte dal Cristo, per riscattare dal peccato universale il genere umano, che porta all’immedesimazione stessa del riguardante e alla salvezza.
La piccola tavola (38,5×25 cm), che raffigura Sant’Antonio circondato da personaggi fantastici, era entrata nelle collezioni del museo di Kansas City nel 1935 e in seguito era stata sottoposta a un restauro che ne aveva fatto perdere l’originale leggibilità. Un tempo la tavola faceva parte di un grande pannello d’altare poi frammentato nel corso dei secoli.
La tavola sarà esposta nella grande retrospettiva “Hieronymus Bosch: Visions of Genius”, che si terrà dal 13 febbraio all’8 maggio nel Noordbrabants Museum di Hertogenbosch, città natale dell’artista in Olanda organizzata in occasione del 500° anniversario della morte di Bosch.
Credits: foto www.ilgiornaledellarte.com