IBM Watson: l’intelligenza artificiale nei progetti degli studenti umbri

IBM Watson supercomputer

Presentati a Perugia i progetti realizzati dagli studenti umbri con l’intelligenza artificiale di IBM Watson

Partito nell’ottobre del 2017 su iniziativa della Fondazione IBM Italia in stretta collaborazione con Ufficio Scolastico Regionale dell’Umbria, Regione Umbria e Confindustria Umbria il progetto di innovazione tecnologica “Competenze digitali per il futuro”, ha visto coinvolti sei istituti scolastici che hanno recentemente presentato i primi risultati raggiunti.

Dopo sei mesi di studio e lavoro su tecnologie all’avanguardia nel settore dell’intelligenza artificiale e della robotica, gli studenti si sono incontrati per condividere prodotti ed esperienze. Co-protagonista del progetto è TJBot, il piccolo robot che si connette ai servizi di IBM Watson ed è in grado di interagire con le persone utilizzando il linguaggio naturale.

Si tratta di un programma di innovazione didattica di durata triennale che intende valorizzare la robotica come strumento per avvicinare gli studenti al mondo dell’Intelligenza Artificiale. In particolare la Fondazione IBM Italia ha messo a disposizione delle scuole selezionate venti TJBot e i servizi di Watson, finalizzando la comunicazione uomo-macchina allo sviluppo di competenze.

I risultati della prima fase del progetto sono stati presentati a Perugia dalle scuole coinvolte, in un evento che ha visto la partecipazione di Sabina Boarelli, dirigente tecnico presso l’Ufficio Scolastico Regionale dell’Umbria, Ilaria Caporali, presidente dei Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Umbria e di Angelo Failla, Direttore della Fondazione IBM Italia.

“Finalità del progetto è quello di arricchire i contesti formativi e contribuire al raggiungimento di obiettivi di apprendimento legati sia al cognitive computing e alla robotica intesa come scienza multidisciplinare, sia relativi ad altre aree disciplinari. Si tratta di sviluppare competenze trasversali che contribuiranno a creare nuovi profili professionali con una solida formazione di base e in grado di muoversi con consapevolezza e capacità realizzative in un mercato del lavoro sempre più caratterizzato dalla trasformazione digitale”, dichiara Angelo Failla, Direttore della Fondazione IBM Italia.

Il progetto ha coinvolto cinque scuole, ciascuna sostenuta da cinque “tutor” che hanno seguito lo sviluppo dei singoli progetti:

  • l’IIS “Franchetti-Salviani” di Città di Castello per la Grafica e Cartotecnica; tutor Alessandra Gasperini dello “Scatolificio Gasperini”;
  • il Liceo Artistico “B. Di Betto” di Perugia per il settore Tessile/Abbigliamento/Moda, tutor Ilaria Caporali di “Liomatic” per Perugia;
  • l’IIS “Ciuffelli – Einaudi” di Todi per l’Agroalimentare, tutor Ilaria Baccarelli di “Roccafiore”;
  • il Liceo Classico e Artistico “Tacito – Metelli” di Terni per Sostenibilità ed economia circolare, tutor Giovanni Belloni di “Alcantara”;
  • l’IIS Tecnico Professionale di Spoleto per la Promozione culturale e turistica, tutor Laura Tulli di “Fonte Tullia”.

All’evento era presente anche ITS Umbria Academy, l’accademia tecnica di alta specializzazione post diploma per la formazione terziaria professionalizzante, che ha partecipato attivamente alla sperimentazione.

I risultati raggiunti dalle scuole nel primo anno coprono aree disciplinari differenti e un’ampia gamma di applicazioni concrete:

  • l’IIS Tecnico Professionale di Spoleto si è concentrato sul turismo, realizzando un sistema di prenotazione attraverso l’app di messaggistica Telegram e fornendo informazioni contestualizzate durante il soggiorno;
  • il Liceo Classico e Artistico “Tacito – Metelli” di Terni ha realizzato tre prodotti: una guida per una mostra, che riconosce e descrive le opere esposte; un “attore teatrale” che affianca i colleghi in carne e ossa durante una rappresentazione; un divulgatore scientifico sui temi della biodiversità;
  • l’IIS “Ciuffelli – Einaudi” di Todi ha istruito TJBot per fornire informazioni enogastronomiche, turistiche e scolastiche tramite Telegram; il robot può anche riconoscere le etichette dei vini, fornendo informazioni su di essi;
  • il Liceo Artistico “B. Di Betto” di Perugia ha lavorato su due applicazioni: la prima supporta l’orientamento dei futuri studenti fornendo informazioni di base sugli indirizzi del liceo; la seconda esplora la possibilità di realizzare un distributore automatico interattivo;
  • l’IIS “Franchetti-Salviani” di Città di Castello ha realizzato un robot capace di interagire in linguaggio naturale con un bambino dai 3 ai 10 anni, per intrattenere una conversazione e consigliare un libro.

“Questa iniziativa, nata grazie all’impulso fondamentale della Regione Umbria, che ha promosso l’avvio della collaborazione fra i diversi partner, si inserisce in modo coerente nel quadro delle azioni intraprese dall’Ufficio Scolastico Regionale a supporto dell’innovazione didattica.  Il nostro obiettivo è integrare la tecnologia all’interno dei percorsi di apprendimento, per promuovere lo sviluppo di competenze e la crescita personale degli studenti. Di grande importanza, in chiave educativa, anche il valore aggiunto della stretta collaborazione fra scuola e impresa”, dichiara Sabrina Boarelli, dirigente tecnico presso l’Ufficio Scolastico Regionale per l’Umbria.

Il percorso sperimentale giunge quindi al suo primo traguardo, cui seguiranno ulteriori sviluppi per il prossimo futuro, grazie al costante coordinamento fra i soggetti promotori.

“Siamo convinti – ha sottolineato Ilaria Caporali –  che i processi di innovazione e digitalizzazione, perché siano efficaci, debbano necessariamente coinvolgere, oltre al tessuto produttivo, la comunità educativa di cui la scuola è un elemento fondamentale. Il legame di Confindustria Umbria con il mondo della formazione è da sempre molto stretto. Questo progetto è un tassello importante del lavoro che stiamo portando avanti sul terreno della formazione affinché i nostri ragazzi abbiamo una buona preparazione sempre più vicina al mondo del lavoro. Anche per questo nel corso dell’anno ciascuna delle scuole coinvolte ha potuto contare su un imprenditore di riferimento, una sorta di tutor, che fungesse da collegamento tra la scuola e il mondo produttivo”.

IBM assicurerà ancora due anni di progetto sostenendo con tutor e mentori le attività delle scuole.

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