Norcia ferita. “Il lento inverno” di Andrea Sbarretti al Politeama di Terni

il lento inverno

Dopo 19 mesi dalla prima scena girata il 3 ottobre 2017 a Castelluccio di Norcia, “Il lento inverno” di Andrea Sbarretti sarà presentato al cinema Politeama di Terni, ove resterà in programmazione dal 2 all’8 maggio 2019. Ci sono voluti 440 giorni di lavoro per completare il film che racconta il terremoto di Norcia. Il 30 ottobre 2016 alle ore 7.41, una scossa Mw 6.5 ha colpito una vasta porzione dell’Appennino centrale compresa tra le province di Macerata, Perugia e Ascoli Piceno, con epicentro a 5.5 km da Norcia. Per fortuna non ci sono state vittime, come successe nel 1979. Evidentemente sarà stata la Croce voluta da Giovanni Paolo II, posta sul Monte Patino a salvare le vite umane.
Il quinto film di Andrea Sbarretti si concentra sul secondo inverno da terremotati degli abitanti di Norcia. Il peggio è passato, ma le macerie sono ancora tutte lì. Norcia, Castelluccio di Norcia, Campi di Norcia, ma anche Spoleto, Scheggino, Stroncone, Alviano, Spoleto, Marmore sono stati i set del film, girato quasi tutto in esterno, al freddo, tra la neve e le macerie. E’ la storia di una famiglia di agricoltori. Benedetto ha 57 anni e ricorda benissimo quella mattina, quando le mura della sua casa gli caddero addosso. E per uno senza famiglia come lui, fu quasi naturale accettare un eventuale epilogo della vita. “Muoio sereno, la mia vita migliore l’ho già vissuta”. Ora vive nell’unico casolare rimasto agibile insieme a sua sorella Stefania, al marito di lei e al loro figlio Pier. Pier vede in Benedetto un fratello maggiore, uno con cui confidarsi. Ed è a lui che chiede aiuto per andare a lavorare a Tolentino, sulla fabbrica di un amico di famiglia. Benedetto ha paura di invecchiare. Vorrebbe innamorarsi di Claudia, una ragazza di 24 anni più giovane di lui che vive sempre in Valnerina, a Scheggino. Ma la differenza di età e le macerie psicologiche, dovute alle difficoltà di una ricostruzione lenta, ostacolano il loro rapporto.
Il lento inverno” non fa leva sulla pietà umana, piuttosto rappresenta una popolazione fiera ed orgogliosa, che trae sostentamento dalla terra e vive questi anni di sofferenza, sapendo che un giorno, la loro Valle tornerà a splendere. I protagonisti allevano lumache e gli abitanti, come fanno le lumache in inverno, sapranno rinchiudersi in loro stessi per superare i periodi difficili. Il vero protagonista è il territorio, il paesaggio, la natura ed in questo caso è l’Inverno col suo freddo pungente che rallenta ogni attività, ogni pensiero, fino quasi a rallentare il tempo che passa.

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