Interviste. Michelangelo Pistoletto: l’arte salverà il mondo

michelangelo pistoletto

In occasione della sua presenza ad Assisi intervistiamo il Maestro Michelangelo Pistoletto, la cui celeberrima opera “Il Terzo Paradiso” è stata proposta nella piazza principale della città, nell’ambito degli eventi di “Natale ad Assisi”, al fine di ribadire e rilanciare il messaggio di presa di coscienza e responsabilità da parte di tutti riguardo al problema della sostenibilità e responsabilità ambientale.

Il Terzo Paradiso è stato realizzato con alberi e arbusti tipici del monte Subasio (che verranno in seguito messi a dimora) che hanno composto un “Bosco incantato” all’interno del quale i visitatori possono passeggiare e lasciare messaggi.

La forma essenziale del Terzo Paradiso si ispira al simbolo dell’infinito del quale ne è una evoluzione: tre cerchi intrecciati, i cui due laterali simboleggiano le prime due fasi dell’umanità, la prima, totalmente regolata dalla Natura e la seconda, governata dalla tecnologia; il cerchio centrale è il Terzo Paradiso, dove la prima fase e la seconda si fondono in modo armonico per raggiungere un indispensabile equilibrio.

Il Terzo Paradiso è il raggiungimento di un equilibrio tra natura e tecnologia, l’unico stato che possa assicurare la sopravvivenza umana: la sua opera è un auspicio, uno spunto di riflessione o un grido d’allarme?

Il Terzo paradiso è stato, prima di tutto, una mia personale presa di coscienza: ho iniziato a guardarmi intorno ed a chiedermi chi sono? Dove sono? Cosa sta succedendo intorno a me? Nella speranza di trovare delle risposte attraverso l’arte. Il Terzo Paradiso è quindi innanzitutto un mio autoritratto, una sorta di specchio che mi riflette e che riflette, con me, tutto ciò che mi circonda. Non sono quindi più l’artista avulso dalla società, chiuso nel suo studio ed in un rapporto esclusivo tra me e la tela, ma sono immerso nel mondo che mi circonda, il mio ritratto, in sintesi, è il ritratto del mondo. Riflettendomi nello specchio dell’infinito e del finito ho cercato di conoscere la storia dell’umanità suddividendola in due fasi, la prima, nella quale l’uomo era totalmente integrato nella Natura e la seconda, quella di un mondo totalmente artificiale. Artificiale è un termine la cui radice è formata dalla parola “arte”: sta quindi all’arte condurre l’umanità verso la terza dimensione, quella dell’equilibrio.

Quale è il suo ruolo di artista in questa fase della sua vita e della sua carriera e quale dovrebbe essere il ruolo dell’arte oggi?

Gli artisti moderni hanno raggiunto, nel XX secolo, la più ampia libertà di espressione, una libertà mai conosciuta prima. Questa libertà, espressa dagli artisti del Novecento, deve diventare, negli anni del secondo millennio, responsabilità; responsabilità estetica certo, ma soprattutto etica. La libertà fine a sé stessa, disgiunta dalla responsabilità non porta alcun risultato. L’artista ha il dovere di portare la sua libertà e la sua responsabilità nella società, rendendo le persone sempre più libere e autonome di esprimersi secondo la propria capacità, ma rendendole anche responsabili dei loro rapporti con gli altri. L’atto creativo non deve essere quindi individuale, l’artista deve creare insieme alla società che lo circonda, abbandonando l’autoreferenzialità, muovendosi nel suo contesto sociale, aiutando le persone ad essere libere, responsabili e creative.

Quale ulteriore significato assume il Terzo Paradiso nella città di San Francesco?

Assisi è un luogo unico per la sua storia millenaria e per la presenza straordinaria di Francesco, è un luogo quindi simbolo di vita vissuta in comunità. Il messaggio di Francesco di rispetto per la Natura nella sua infinita varietà esalta l’importanza delle differenze che sono la ragione primaria di qualsiasi creazione e senza le quali nessuna creazione è possibile: non può esistere maschile senza femminile o polo negativo senza quello positivo, ad esempio. Siamo in un tempo in cui sia l’arte sia la religione devono superare i propri confini per avvicinarsi sempre di più alla realtà. Una visione nuova deve unire l’arte, la spiritualità, l’economia, la politica; e l’arte deve guidare questo cambiamento. Con questo simbolo io credo di aver trovato la sintesi di questo concetto prima inesistente.

Se l’opera d’arte deve contenere un messaggio decifrabile ai più, qual è il ruolo dell’arte astratta?

Come ho già accennato, nel xx secolo la libertà della quale hanno goduto gli artisti ha permesso ad ognuno di loro di creare un proprio codice espressivo, ma ora bisogna andare oltre: gli artisti devono unirsi e determinare un codice comune, condiviso con la società, attraverso il quale colloquiare con essa.

I cerchi del Terzo Paradiso evocano la forma perfetta e l’uomo inscritto in essa; da sempre, soprattutto dal Rinascimento in poi, l’uomo si è ritenuto misura di tutto e centro dell’universo (se mi è permesso, con tutti i danni che ne sono conseguiti) qual è il posto dell’essere umano oggi?

L’uomo ha assunto un potere talmente forte che non è più possibile tornare indietro. Questo potere lo rende altresì totalmente responsabile di ciò che sta facendo, non può delegare a nessuno, né a Dio né alla Natura, la responsabilità di ciò che sta succedendo. Ora deve usare questo potere per ritrovare un equilibrio con la natura attraverso la scienza, la politica, l’economia, la tecnologia.

Da Venezia all’Ilva passando per le inondazioni ed i crolli delle strade… da artista internazionale le chiedo una riflessione sulle condizioni di fragilità del nostro Paese e, se possibile, un messaggio di speranza.

Fortunatamente la presa di coscienza da parte delle persone sulla situazione drammatica che ci circonda è iniziata. Le coscienze, soprattutto quelle dei giovani si stanno svegliando, anche se non sanno ancora come porre rimedio, il cambiamento si è messo in moto. Certo bisogna trovare nuove forme di politica, nella Città dell’Arte stiamo lavorando con i ragazzi ad una forma di Demo “Praxia” (ovvero pratica), abbiamo sostituito la parola pratica alla parola “crazia” (potere), c’è bisogno di buone pratiche ora e non di ideologie.

Concludo chiedendole quali progetti la vedono coinvolta attualmente.

Nella Città dell’Arte, un’accademia di arte e società, stiamo lavorando con giovani di varie parti del mondo nel cercare soluzioni che poi i ragazzi portano nelle loro nazioni di provenienza. Cerchiamo di diffondere i concetti che accompagnano il Terzo Paradiso attraverso delle ambasciate di Città dell’Arte e del Terzo Paradiso sparse un po’ in tutto il mondo, attualmente sono circa 200, ma si devono ulteriormente moltiplicare. Se i ragazzi devono iniziare ad assumersi l’onere del cambiamento, noi abbiamo il dovere di aiutarli in questo percorso.

Benedetta Tintillini

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