Lavoro femminile: un Digitalk per discutere su problemi e opportunità

E’ un quadro a tinte fosche, ma attraversato da un vivo desiderio di cambiamento, lo scenario della discriminazione e del lavoro femminile emerso venerdì 4 dicembre dal Digitalk “Il senso del lavoro per le donne. Storia di una violenza di genere subdola e incompresa”. L’iniziativa organizzata dall’Associazione di Promozione Sociale e Culturale Sovrapensiero con la Consigliera di Parità della Regione Umbria, Monica Paparelli e il Centro Pari Opportunità della Regione ha aperto una riflessione a più voci sul lavoro al femminile, sulle contraddizioni e le disparità che le donne vivono in termini di accesso, trattamento economico, politiche di conciliazione e tutele legali.

Declinato in 5 momenti tematici di approfondimento, l’incontro si è aperto con un’introduzione tecnico-scientifica, di Elena Galluzzo, dell’AUR Umbria, che ha esaminato la questione lavorativa delle donne nella nostra regione alla luce della ricerca ” Asimmetrie di Genere e del nuovo “Rapporto” AUR. Un inquadramento che da subito mette in chiaro la posizione di netto svantaggio delle donne: non solo hanno meno opportunità di entrare nel mercato del lavoro, ma ne vengono anche espulse con maggiore facilità alla nascita dei figli tanto da osservare una correlazione di proporzionalità diretta tra il numero dei figli e la probabilità di perdere posizione nel mercato. Su questa scia si è collocata la riflessione di Silvia Fornari, Docente di Sociologia Generale dell’ Università degli Studi di Perugia che nel suo intervento ha evidenziato i paradossi della condizione femminile mostrando, dati alla mano, che nonostante un livello di formazione superiore a quello maschile le donne incontrano maggiori difficoltà ad inserirsi nel mercato e sono per lo più impiegate negli ambiti di cura dall’assistenza all’insegnamento, svolgendo un’attività sottopagata proprio in quei settori che con la pandemia Covid-19 sono diventati ad alto rischio.

Le politiche di conciliazione sono state oggetto dell’intervento di Monica Paparelli Consigliera di Parità Regione Umbria, Maria Teresa Di Lernia, Cons. di Parità Provincia di Terni, Giuliana Astarita, Cons. di Parità Provincia di Perugia nel secondo talk di approfondimento. Il difficile equilibrio tra vita e privata e lavoro è stato al centro di questa analisi che ha sollecitato una visione politica più lungimirante capace di riconoscere la cura familiare come elemento produttivo per l’intera società e di attribuire pertanto un valore al lavoro delle donne che in questa direzione ha un peso specifico di 44 miliardi di euro. Ad aggravare questa situazione è attualmente anche il lavoro da remoto, gestito ad oggi come telelavoro emergenziale e non come soluzione flessibile tarata sul raggiungimento degli obiettivi quale dovrebbe essere realmente lo smart working.

Le Avvocate Emma Contarini, Esperta in Diritto di Famiglia e Monica Raichini, Vice Presidente Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati hanno invece focalizzato il proprio intervento sull’ampio spettro di espedienti “legali” che ancora oggi vengono utilizzati in forma discriminatoria. Dal mobbing al licenziamento in bianco, passando per tutta una serie di situazioni che limitano l’autonomia e la tutela delle donne in ambito lavorativo. Una restituzione sfociata nella necessità di lavorare ad una formazione sempre più specifica per gli addetti ai lavori chiamati a riconoscere la discriminazione di genere in tutte le sue declinazioni latenti e manifeste.

A parlare invece dei numeri e delle forme di violenza diretta che una donna può incontrare in ambiente lavorativo sono state Caterina Grechi, neo Presidente del (Centro Pari Opportunità), Tatiana Cirimbilli e la Consigliera del CPO Vittorina Sbaraglini. Considerando che l’80,9% delle donne che hanno subito violenza al lavoro non denunciano si è riflettuto sulla natura carsica di questo fenomeno rimandando all’intensa attività del CPO e al servizio offerto da “Telefono Donna” (800861126) attivo 24 ore su 24, come strumento essenziale di primo accesso alla segnalazione di violenze familiari e extrafamiliari.

A chiudere il sipario sul Digitalk dedicato al lavoro femminile gli interventi di Tiziana Casale, Presidente dell’Associazione Progetto Donna che ha parlato della “La casa di Progetto Donna”, una soluzione che integra sociale e impresa, binomio che promuove un nuovo sviluppo economico sui territori più fragili coadiuvando la ripartenza economica delle donne vittime di violenza e dell’Avvocata Eleonora Magnanini, Presidente di FIDAPA BPW Sez.Todi, che si è soffermata sulla maternità come risorsa e sorgente di soft skills che aumentano la produttività delle donne nel lavoro.
Grazie gli spunti e alle riflessioni di tutti gli attori coinvolti il Digitalk ha rappresentato un importante momento di sensibilizzazione sulla natura subdola e spesso incompresa che caratterizza la discriminazione di genere nel mondo del lavoro. Un’occasione fortemente voluta dall’ Associazione Sovrapensiero, dalla Consigliera di Parità della Regione Umbria Monica Paparelli e dal Centro Pari Opportunità della Regione per portare alla luce un fenomeno ancora poco esplorato, ma che spesso è il punto di partenza per altre forme di discriminazione e violenza contro le donne.

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