In scena giovedì 3 Aprile al Teatro Comunale di Todi Nancy Brilli, protagonista, insieme a Fabio Bussotti e Claudio Mazzenga de “L’Ebreo”, per la regia di Pierluigi Iorio.
Un noir dalle sfumature comiche, dove i protagonisti, “aiutati” dall’accento romanesco, tengono il ritmo con battute e ammiccamenti.
L’attenzione è su fatti storici reali: le leggi raziali del 1938 e l’esproprio dei beni agli Ebrei che li porta alla ricerca di prestanomi ”fidati” che possano “gestire”, fino allo sperato ritorno alla normalità, le loro proprietà.
In questo caso Marcello Consalvi (Fabio Bussotti) è il prestanome perfetto a cui poter intestare i beni; siamo a Roma, negli anni 50, ed i coniugi Consalvi godono le ricchezze “ricevute”; ma, mentre per il marito Marcello l’anima del commesso non svanisce è forte nello “zinale” dove c’è tutta la prepotenza del sentirsi in prestito in quel ruolo di padrone, per lei, Immacolata (Nancy Brilli), gli abiti della “Sig.ra Consalvi” li veste con scioltezza e audacia, si muove agilmente nel ruolo dell’arrampicatrice, la donna disposta a tutto pur di mantenere le sue ricchezze, lo status di donna ricca, invidiata nel quartiere, ambiziosa e diabolica.
Denaro e potere, che annebbiano e inebriano, che fanno perdere di vista la realtà; l’ebreo, è un personaggio presente e mai visto, si insinua il dubbio che sia frutto della sobillazione dei Consalvi, il marito tormentato nella coscienza, la moglie disperata all’idea di tornare alla fame vissuta, angustiata all’idea di dover scendere dal gradino sociale asceso.
La seduzione diviene strumento di manipolazione, il giallo è dal tragico contorno, paradossalmente divertente e leggero, complice la romanità abilmente interpretata, che però non smarrisce la strada esplorando le nefandezze dell’animo umano arido e cieco davanti al potere ed i soldi, misero come un topo in gabbia alla quale sembra rimangano solo le allucinazioni.
Sonia Lustrino