Fabio Bertino, nel suo volume “Italia ad altra velocità”, racconta le sue esperienze di viaggio lungo lo stivale a bordo dei treni regionali.
E’ proprio vero che la vera meta è il viaggio e non la destinazione… Ce lo conferma Fabio Bertino, autore piemontese che, guidato dalle sue passioni, ha raccolto nel libro “Italia ad altra velocità. In viaggio dal Brennero alla Sicilia con i treni regionali” la sua esperienza attraverso il nostro splendido Paese a bordo dei treni regionali.
Una scelta sicuramente controcorrente la sua, oggi che tutto ci spinge a cercare disperatamente la rapidità in ogni aspetto del nostro vivere, sempre afflitti dalla mancanza di tempo… cosa strana: più la tecnologia ci aiuta a risparmiarne e meno ne abbiamo a disposizione.
La scelta di Bertino, credo, sia innanzitutto una scelta di libertà, libertà di andare piano, guardarsi intorno, empatizzare con luoghi e persone, conoscere realtà e toccare con mano la Storia, sia quella con la “S” maiuscola che le piccole storie, nutrimento della nostra cultura millenaria.
E allora via, a bordo dei treni frequentati da studenti e pendolari, tra ritardi e sovraffollamenti o carrozze poco popolate, ma sempre con un entusiasmo davvero invidiabile! Bertino ci racconta la nascita e l’evoluzione, sconosciuta ai più, delle stazioni e delle tratte ferroviarie che hanno penetrato, pian piano, l’Italia più vera e autentica. Da Bolzano a Pozzallo (la stazione più a sud d’Italia), una collana di perle si snoda fra le pagine e lungo i binari, metropoli e borghi, ognuno con la sua storia, la sua arte e, perché no? La sua gastronomia! Una consolazione per chi, come l’autore, ha affrontato con piglio e passione le distanze e i piccoli disguidi di un mezzo di trasporto che non sempre penetra i centri abitati, alcune volte lambendoli solo da lontano.
Anche l’Umbria, e non poteva essere altrimenti data la sua centralità, è stata toccata dalle tappe di questo Grand Tour del secondo millennio: Spello, Foligno, Spoleto… ma anche Todi! (nonostante scarseggi di strade ferrate) La ritroviamo infatti protagonista nientemeno che in Molise, terra di streghe, dove è ancora vivo il ricordo della nostra Matteuccia di Francesco, arsa viva nella città di Jacopone, come testimoniano gli atti del processo che la condannò a morte proprio per stregoneria.
A mano che scorrono le pagine sale la voglia di emulare l’autore, rallentare i ritmi, assaporare la vita, riappropriarsi della bellezza che, troppo spesso, presi dalla frenesia del vivere, non riusciamo più ad apprezzare.
Benedetta Tintillini