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Libri: Terzi, in ‘Shukran’ la sacralità della vita oltre ogni ideologia

giovanni terzi libro shukran

“La sacralità della vita va rispettata oltre ogni ideologia. E’ questo ciò che mi ha insegnato Tammam. Il suo è un messaggio straordinario, soprattutto in un periodo come questo”. Parola del giornalista Giovanni Terzi, autore del romanzo ‘Shukran. Ti salverò’, pubblicato da Imprimatur editore. Un libro in cui Terzi racconta la storia del cardiochirurgo Tamman Youseff che, insieme ad Alessandro Frigiola, luminare della cardiochirurgia pediatrica, è riuscito a trovare i fondi per la costruzione dell’ospedale di Damasco. Un uomo ‘in prima linea’ nel sostegno dei bimbi in difficoltà, che non ha esitato a tendere la mano a coloro che lo hanno privato degli affetti più cari. E a soccorrerli anche se molti magari avrebbero voltato loro le spalle.

“Ho conosciuto il cardiochirurgo Youseff un anno e mezzo fa. E’ un medico siriano – dice all’Adnkronos Terzi – che a Damasco opera al cuore i bambini. Un suo fratello è stato ucciso da un commando terroristico. Poco dopo si è trovato a dover operare il figlio di uno di quelli che lo hanno eliminato. Con naturalezza e semplicità mi ha spiegato che non era interessato a ciò che il bambino avrebbe fatto o sarebbe diventato. Il suo obiettivo era soltanto quello di salvargli la vita. Shukran, che significa grazie, è la parola che la madre del bambino operato ha rivolto al chirurgo”, spiega.

Un insegnamento potente che, per Terzi, suona anche come un monito: “E’ un messaggio straordinario – ribadisce – specie ora. Se trovo un bambino in difficoltà per strada io mi sento in obbligo di aiutarlo al di là del fatto che, tanto per stare all’attualità, suo padre voti ‘sì’ o ‘no’ al referendum. Sono stato in Siria quest’anno con Tamman – ricorda Terzi – e mi sono reso conto di quanto sia importante, per l’Occidente, lanciare il seme della sacralità della vita. Siamo invasi da immagini di cronaca che ci hanno fatto dimenticare la foto drammatica che ritraeva un bambino morto sulle spiagge della Turchia. Non possiamo ignorarla”.

Terzi ricorda inoltre che “quando ero a Damasco ho visto morire in ospedale un bambino operato che non è riuscito a superare la prova: mancava l’ossigeno perché l’embargo ne aveva impedito la distribuzione. Per abbattere un regime si colpisce la popolazione e in particolare si colpiscono i bambini”. Più in generale, per Terzi, ciò che si conosce della Siria “è superficiale. Nell’ospedale di Damasco operano ad esempio medici di tutti le confessioni religiose. E poi la nostra condotta dovrebbe sempre ispirarsi alla massima evangelica secondo cui non bisogna fare agli altri ciò che vogliamo sia fatto a noi. Ho obbligo di comportarmi con il prossimo come vorrei che il prossimo si comportasse come me”.

E anche sul fronte dei profughi che approdano sulle coste italiane in cerca di una vita migliore, scappando dalla guerra e dalla povertà, Terzi, in “Shukran”, mostra di avere le idee chiare: “Abbiamo l’obbligo morale di prendercene cura e l’Europa non li può ignorare. Ci vuole un intervento internazionale”, conclude Terzi.

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