Lo chef Polato: così nasce lo space food di @AstroSamantha

chef polato space food

L’astronauta italiana dell’Esa, Samantha Cristoforetti, capitano pilota dell’Aeronautica militare, attualmente in orbita per la missione “Futura” dell’Agenzia spaziale italiana, ha portato con sé nello Spazio una discreta quantità di space food Made in Italy.

Si tratta del cosiddetto Bonus food preparato dallo “chef spaziale” Stefano Polato negli stabilimenti della Argotec di Torino, con il supporto del chef polato space foodnutrizionista Filippo Ongaro.

Monoporzioni da mangiare come piatti unici o combinate tra loro, cucinate con metodi e ingredienti biologici come riso, quinoa, pollo, sgombro, bacche di goji o alga spirulina che rispettano i principi del mangiar sano e vivere in salute.

“Con Samantha – ha spiegato lo chef – abbiamo fatto un bellissimo lavoro, al di là del fatto di produrre alimenti buoni e piacevoli a livello di gusto, abbiamo fatto una ricerca, in collaborazione con medici nutrizionisti a livello nutrizionale”.

“Qui abbiamo del riso integrale, con del pollo alla curcuma, dei funghi champignon e delle verdure quali sedano, carote e cipolle. Per stare in linea con i concetti di sana alimentazione che, attraverso Samantha, vogliamo divulgare durante la sua missione, dobbiamo fare attenzione anche ai metodi di cottura perché ogni volta che prendiamo in mano un qualsiasi ingrediente rischiamo di fare danni, non solo all’ingrediente ma anche a noi stessi”.

Partiamo dal soffritto che è uno dei passaggi molto presenti nella cucina tradizionale italiana; già da qui possiamo capire che nella cucina di tutti i giorni possiamo commettere degli errori. Quando riscaldiamo un grasso, come l’olio extravergine d’oliva, rischiamo di produrre una sostanza tossica per il nostro organismo: l’Acroleina. Per abbassare il punto di fumo, abbassando la temperatura di cottura dell’olio, basta aggiungere un liquido, ad esempio del brodo vegetale, così avremo un soffritto sano”.

“Andiamo ad aggiungere il pollo tagliato a dadini, non useremo sale e al posto del sale useremo le spezie, come è stato fatto per tutto il bonus food di Samantha, apportiamo non solo colore e sapore, ma anche i micronutrienti che spesso mancano nella nostra alimentazione come vitamine e sali minerali”.

“In questo caso utilizziamo della curcuma: un ottimo antinfiammatorio che, oltre a dar gusto, apporta anche valori importanti a livello nutrizionale. La cottura vera e propria terminerà in un sacchetto dove inseriremo tutti i nostri ingredienti. Aggiungeremo il brodo e lo cuoceremo a bassa temperatura in un bagno termostatico, in un sacchetto sottovuoto”.

Tutti i prodotti selezionati per Samantha sono biologici o biodinamici. Inseriamo nel sacchetto anche le verdure crude e creiamo il sottovuoto che permette agli ingredienti di non ossidarsi e di non perdere profumi e aromi. Inseriamo una sonda per recuperare i dati durante la cottura così abbiamo tutti i parametri per ripetere la stessa operazione senza sbagliare. Poi mettiamo la busta nel bagno termostatico e azioniamo il recupero dati, controllando ogni tanto lo stato della cottura”.

“Alla fine – conclude Stefano Polato – quello che arriva per Samantha sulla base spaziale è un sacchetto, all’interno ci sono delle pietanze molto compatte per evitare il rischio volatilità. Quindi il parametro da seguire è che non ci siano pezzi di prodotto che, una volta raccolti col cucchiaio si staccano e partono, perché in microgravità tutto vola, quindi il concetto di base è questo”.

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