La Festa della Bruna, con lo “strazzo” del Carro Trionfale emoziona e rinnova la tradizione. Incoronata la Madonna dopo 40 anni
Il 2 Luglio la città dei Sassi ha vissuto il suo giorno più atteso, quello che i materani considerano a tutti gli effetti il proprio Capodanno: la Festa della Bruna, giunta alla 636esima edizione, ha raccolto un pubblico imponente con oltre 120.000 presenze complessive, confermandosi evento simbolo di devozione, identità e spettacolo.
Fin dalle prime luci dell’alba, la comunità si è radunata per la Santa Messa in Piazza Duomo alle 4.30, preludio alla tradizionale e suggestiva Processione dei Pastori delle 5.30, un momento che ha mobilitato circa 40.000 persone in un corteo carico di preghiere, applausi e detonazioni pirotecniche che scandiscono un rito di passaggio tra le generazioni.
La lunga giornata è proseguita con la Cavalcata dei Cavalieri, la vestizione del Generale, le musiche delle bande e le consuete celebrazioni, fino al momento più solenne: la Processione della Vergine della Bruna a bordo del Carro Trionfale, quest’anno ancora firmato dall’artista Francesca Cascione, ispirato al tema giubilare “Mio Signore mio Dio, Tu mia speranza”. Il Carro ha compiuto i tre giri rituali in Piazza Duomo, simbolo di affidamento della città alla sua protettrice, prima di avviarsi verso la sorte che tutti attendevano.
Come da tradizione, intorno alla mezzanotte è esplosa la tensione dello strazzo: l’assalto al Carro Trionfale da parte dei fedeli, desiderosi di conquistarne un frammento come segno di protezione per l’anno a venire. Un rito collettivo e catartico, segno di rinascita, che ancora una volta ha emozionato e tenuto col fiato sospeso la folla assiepata in ogni angolo del centro storico.
A garantire lo svolgimento sicuro dell’evento un imponente apparato di forze dell’ordine e volontari: circa 200 unità tra Polizia, Protezione Civile, sanitari e i cosiddetti “angeli del carro”, a tutela di partecipanti e spettatori. La notte si è chiusa con lo spettacolo di fuochi pirotecnici che hanno illuminato la gravina e i Sassi, suggellando l’energia straordinaria della festa.
Una festa di comunità e di rinascita
La vigilia, il 1° luglio, resterà negli annali per un gesto di particolare valore simbolico: dopo oltre 40 anni, la Madonna della Bruna e il Bambino Gesù sono stati incoronati nuovamente. Le corone originali in oro erano state trafugate nel 1983, ma la mobilitazione della comunità, con donazioni di oggetti preziosi fusi e ridisegnati dall’artista Alberto Rupestri e dall’orafo Francesco Iacovone, ha restituito alla Vergine la sua dignità. Un atto collettivo di fede e di bellezza, suggellato dalla celebrazione presieduta da Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo insieme a quattro vescovi e arcivescovi.
Le voci dei protagonisti
“Questa non è solo una celebrazione religiosa, ma un patrimonio culturale e identitario che racconta la storia di un popolo” ha sottolineato il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, presente alla Messa dei Pastori.
Soddisfazione anche per Bruno Caiella, presidente dell’Associazione Maria SS. della Bruna: “Un’edizione straordinaria per la partecipazione, fin dalle prime ore del mattino, e per il grande racconto mediatico che ha contribuito a promuovere la nostra festa anche fuori dai confini regionali. Un tassello in più per la candidatura della Festa della Bruna a Patrimonio Immateriale UNESCO”.
Il futuro guarda già avanti, con Matera che si prepara a essere nel 2026 Capitale dell’Accoglienza del Mediterraneo, dopo il titolo di Capitale Europea della Cultura 2019, forte di una tradizione capace di rinnovarsi senza perdere autenticità.
La Festa della Bruna, coordinata dall’Associazione Maria SS. della Bruna con la Diocesi di Matera-Irsina e il supporto delle istituzioni locali, continua a essere molto più di un evento religioso: un laboratorio vivo di comunità, dove spiritualità, storia e senso di appartenenza si fondono per rinnovare, anno dopo anno, la promessa di un’identità condivisa.