Milano. Si parla (finalmente!) di Umbria nei consessi culturali meneghini

i luoghi dell'anima

di Benedetta Tintillini

 

L’Umbria sta uscendo dal proprio isolamento? Alcuni segnali fanno ben sperare. Si è parlato anche di Umbria e del suo paesaggio in occasione del convegno “I luoghi dell’anima”, che si è tenuto lo scorso 4 Ottobre nella Sala Affreschi di Palazzo Isimbardi nel cuore di Milano.

L’appuntamento, promosso da Città Metropolitana di Milano, era focalizzato sui paesaggi di Leonardo da Vinci in terra lombarda tra terra e acqua, ed ha goduto dei preziosi contributi di Massimiliano Nuccio, economista dell’Università degli Studi di Torino, Edo Bricchetti, storico ed architetto, Consigliere Regionale ICOM Italia, Carmelo Petronio, geologo e paleontologo dell’Università La Sapienza di Roma e Luca Tomìo, critico e storico dell’arte.

Proprio le nuove, in qualche modo rivoluzionarie, tesi proposte da Tomìo riguardo ai paesaggi leonardeschi raffigurati sulla “Monna Lisa” e sul disegno “Paesaggio con fiume” erano al centro del dibattito: secondo lo storico dell’arte milanese, alle spalle della celeberrima Gioconda Leonardo avrebbe ritratto un paesaggio lombardo e non toscano, mentre, nel caso del disegno, soggetto del lavoro sarebbe l’Umbria con la cascata delle Marmore ed il borgo di Papigno, invece della campagna nei dintorni di Vinci.

Francesco Vassallo, Consigliere delegato a Semplificazione, Digitalizzazione, Sviluppo Economico, Risorse, Bilancio, Spending review, Investimenti, Patrimonio della Città Metropolitana di Milano coglie subito il punto: le nuove accurate letture dei paesaggi vinciani proposte da Tomìo possono dare nuovo slancio economico e quindi offrire nuova occupazione ai territori coinvolti.

L’assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno ha, dal canto suo, sottolineato come il paesaggio sia strettamente legato all’opera dell’uomo, la rifletta, e come, di conseguenza, sia fortemente identificativo di un territorio, della sua cultura e delle attività tradizionali. In un tale contesto le vie d’acqua, che da sempre sono state vie di collegamento, possono esserlo ora anche vie di collegamento culturale.

Massimiliano Nuccio, nel suo intervento “Lo studio del paesaggio: dal dato storico-artistico alla valorizzazione turistica”, ha sottolineato l’interdisciplinarietà dell’approccio ai lavori leonardeschi, che deve essere promossa ed incentivata al fine di coinvolgere gli studiosi ma anche gli esperti nella valorizzazione, perché “spostare” un’opera d’arte di Leonardo dalla Toscana all’Umbria può davvero essere un elemento importante di sviluppo per tutta la regione. “Con la cultura non si mangia – ha affermato Nuccio – se agli strumenti culturali non vengono affiancati quelli economici per un idoneo sviluppo”. “Il paesaggio va inteso come sistema complesso – ha proseguito – di interazione tra uomo e natura. La valorizzazione deve riguardare tutti gli aspetti, tangibili e intangibili, che hanno reso quel territorio ciò che è. Attraverso il territorio possiamo assistere ad una rivincita dei luoghi che “non contano”: la cultura non è concentrata nelle grandi città, ma nel nostro Paese, le proposte culturali più che valide possono provenire anche dai piccoli borghi”.

Edo Bricchetti ha focalizzato il suo intervento su “L’anima dei luoghi nei paesaggi abduani di Leonardo”, sottolineando l’atteggiamento profondamente analitico del genio di Vinci che, di ogni particolare riprodotto, indagava ogni più recondito aspetto per addivenire ad una conoscenza pressoché totale e ad una competenza tecnica elevata su tutti i soggetti rappresentati.

A chiusura, Luca Tomìo, nel suo intervento “L’identità lombarda dei paesaggi di Leonardo da Vinci: il caso della Monna Lisa”, ha esordito illustrando la scoperta umbra riguardante il “Paesaggio con fiume” nei suoi spetti scientifici e di verifica e riscontro sul posto. “Che il paesaggio con fiume sia ispirato dalla campagna vinciana non è altro che una “fake news” ante litteram – ha sostenuto -. E’ sufficiente un’analisi superficiale per cogliere le diverse caratteristiche dei luoghi e capire che non può trattarsi di Toscana, di Vinci in particolare”. “Allo stesso modo – sostiene Tomìo – e con la stessa metodologia ed analisi, sono pervenuto alla conclusione che neanche quello rappresentato alle spalle della Gioconda sia un paesaggio toscano”.

Il prof. Carmelo Petronio ha sostenuto, nel suo intervento dal titolo L’analisi geologica e morfologica dei paesaggi di Leonardo da Vinci”, le tesi di Tomìo, illustrando la diversità dei paesaggi toscani, di più antica formazione e di origine sabbiosa, con i paesaggi lombardi ed umbri, di tipo calcareo e molto più recenti.

“Leonardo, nel suo modo di rappresentare le rocce – prosegue Tomìo – ebbe delle intuizioni, se non delle vere e proprie nozioni, di geologia e geomorfologia. Lo si deduce da come abbia rappresentato le diverse stratificazioni della roccia: da qui l’interdisciplinarietà di Leonardo”.

“A mio avviso – conclude – la dama rappresentata è con tutta probabilità Isabella d’Aragona Sforza con, alle sue spalle, gli ultimi baluardi del ducato di Milano e precisamente: alla sua destra il Resegone con la Grigna e la Grignetta e, alla sua sinistra, una vista a volo d’uccello sul corso dell’Adda”.

L’augurio per l’Umbria è che quanto sta facendo Milano e la Lombardia, in occasione dell’ormai prossimo cinquecentenario della morte di Leonardo, sia di ispirazione per porre l’Umbria all’attenzione internazionale ed nazionale come meta che non ha nulla da invidiare ai grandi centri italiani della cultura.

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