Telefono azzurro, oltre 250 mila bambini soldato nel mondo

bambini soldato

L’ultima frontiera dell’orrore: la morte dell’infanzia. Un’arma addosso e il deserto emotivo nel cuore. Sono ancora oltre 250.000 i bambini soldato arruolati nei conflitti armati di tutto il mondo e costretti a combattere, segnala il Telefono Azzurro che, anche in quanto membro della Coalizione italiana ‘stop all’uso dei bambini soldato’, ha tra i suoi obiettivi la tutela dell’infanzia nelle condizioni di guerra e nei conflitti armati. “Un’emergenza” che negli ultimi giorni è balzata agli onori delle cronache con la forza delle immagini arrivate da Gaziantep, in Turchia – dove si sospetta che l’autore della ‘strage del matrimonio’ sia un giovane kamikaze che siè fatto esplodere uccidendo anche tanti bambini – e da Kirkuk nel Kurdistan iracheno, dove un 12enne imbottito di esplosivo sotto la maglia di Messi ha rischiato di fare la stessa fine.

Da Boko Haram all’Isis, quello dei baby-kamikaze è un “dramma crescente”, sottolinea l’associazione. Bambini reclutati e utilizzati come inconsapevoli strumenti di morte. Bambini, spesso anche di appena 8 anni, utilizzati per combattere in prima linea, ma anche per partecipare a missioni suicide e agire come spie, elenca il Telefono Azzurro. E ancora: ragazze sfruttate a fini sessuali o costrette a matrimoni forzati. Molti di loro vengono reclutati forzatamente, altri si uniscono a questi gruppi criminali nella speranza di migliori possibilità di sopravvivenza, spesso per fuggire alla povertà. Con conseguenze psicologiche devastanti, spiega il presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo, legate alle “esperienze traumatiche che sono costretti a vivere”.

I bambini soldato, dice il docente di Neuropsichiatria infantile, “sono soggetti a una perdita di tutte le competenze emotive ed empatiche tipiche dell’età, oltre che a una drammatica incapacità di gestire le emozioni. ‘L’altro’ è da loro percepito come un oggetto nemico e per questo maturano istinti distruttivi e aggressivi. La vita, degli altri ma anche la propria, non ha più alcun valore. Per questo, infatti, si registra tra di loro un indice di suicidi molto alto”. L’emergenza dei bambini soldato va affrontata e si può fare su più fronti, sottolinea Telefono Azzurro. Per proteggere e aiutare i bambini che arrivano nel nostro Paese con queste problematiche, “occorre, attraverso un supporto specializzato, cercare di far riemergere in loro la capacità di identificare elementi positivi nella propria vita. Devono ritornare a giocare, a provare emozioni, a costruire sogni, recuperare il senso del tempo, dell’emozione e dell’affettività”. Per tentare di sconfiggere il fenomeno nei Paesi d’origine “occorre invece puntare molto sui percorsi di recupero messi in atto dalle Ong locali, partendo da un elemento base fondamentale: l’educazione, sia dei bambini stessi che di adulti e genitori. L’istruzione è l’arma principale per sconfiggere questo fenomeno”, fa notare l’associazione.

E poi c’è il rischio scomparsa: spesso – spiegano gli esperti della onlus – questi bambini e ragazzi rischiano di far perdere le loro tracce e di scomparire nel nulla, vittime di traffici illeciti e violenze. “Per prevenire e offrire una soluzione a questi fenomeni, Telefono Azzurro gestisce, in convenzione con il ministero dell’Interno, il 116.000, numero unico europeo dedicato ai bambini scomparsi, attivo 24 ore su 24, e invita, per questo, a segnalare qualsiasi caso sospetto alla linea”.

Foto: famigliacristiana.it

 

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