Prato: “Synchronicity”, in mostra l’arte da Lippi a Warhol

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Dal 25 settembre al 10 gennaio 2016 il Museo di Palazzo Pretorio, a Prato, ospiterà “Synchronicity” un progetto espositivo di Stefano Pezzato, curatore e conservatore del Centro Pecci, promosso dal Comune di Prato – Museo di Palazzo Pretorio, allestimento a cura di Francesco Procopio.

Nella sua splendida sede rinnovata, il Museo di Palazzo Pretorio accoglierà alcune fra le ricerche artistiche più significative dal secondo dopoguerra, inserendole all’interno del suo percorso storico-artistico.

Marcel Duchamp e Andy Warhol, Daniel Spoerrie Michelangelo Pistoletto, Matthew Barney e Vanessa Beecroft, per citarne solo alcuni, troveranno posto a fianco di Filippo Lippi e Donatello, delle tavole tardogotiche e delle pale rinascimentali, per arrivare, attraverso i secoli, sino all’altana dove sono esposte le opere dell’Ottocento e del Novecento, inserendosi cronologicamente proprio là dove terminano le raccolte civiche di Prato (con la considerevole donazione dei gessi di Jacques Lipchitz).

Il progetto Synchronicity rilancia così la vocazione a promuovere l’arte contemporanea coltivata in questa parte della Toscana – tra Firenze, Prato e Pistoia – negli ultimi sessant’anni, decenni di intenso sviluppo economico, sociale e culturale.

Le opere contemporanee selezionate da Stefano Pezzato sono oltre trenta e dal loro incontro con quelle del percorso museale – inaugurato nel 2014 con le mostre sulla donazione Lipchitz e da Donatello a Lippi. Officina pratese – emergeranno combinazioni in grado di aggiornare i piani espositivi e di riconfigurare la cronistoria museale in una dimensione di ‘sincronicità ‘ fra il presente e il passato.

La presenza di opere video e installazioni, articolate fra le collezioni del museo, provocherà un coinvolgimento ambientale con alcune sale del Palazzo, mentre sala per sala si presenteranno innesti contemporanei fra composizioni tematiche di opere antiche e moderne: Marina Abramovic si confronterà con i caravaggeschi e Piero Gilardi troverà posto tra le nature morte del tardo Settecento, per fare solo due esempi.

 

Credits: foto iltirreno.gelocal.it

 

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